
Diritto alla riparazione, il Parlamento europeo presenta le proprie richieste
Diritto alla riparazione, giovedì le richieste del Parlamento europeo
Giovedì 7 aprile il Parlamento europeo voterà una risoluzione sul nuovo diritto alla riparazione per i consumatori. Fra le richieste, quella di prevede incentivi ai consumatori per riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo
Nel nuovo diritto alla riparazione ci devono essere prodotti di lunga durata che possono essere riparati, una migliore etichettatura per i consumatori, l’estensione delle garanzie e incentivi ai consumatori per riparare un prodotto, piuttosto che sostituirlo.
Giovedì 7 aprile i deputati del Parlamento europeo voteranno una risoluzione per delineare le proposte del Parlamento sul diritto alla riparazione previsto e richiesto dalla Commissione europeo nell’ottica del passaggio all’economia circolare.
Diritto alla riparazione, le richieste del Parlamento europeo
Nel testo, informa una nota, si sottolinea che «un diritto alla riparazione efficace dovrebbe coprire l’intero ciclo di vita di un prodotto, includendo design, produzione etica, etichettatura sulla riparabilità e sulla durata prevista e armonizzazione dei protocolli di valutazione».
Un adeguato diritto alla riparazione dovrebbe inoltre garantire all’industria e ai consumatori l’accesso gratuito alle informazioni che riguardano la riparazione e la manutenzione.
Secondo i deputati, che si riuniscono in Plenaria a Strasburgo questa settimana, «le pratiche che limitano indebitamente il diritto alla riparazione o che lo portano all’obsolescenza potrebbero essere considerate “pratiche commerciali sleali” e inserite nella lista delle pratiche vietate dal diritto UE».
Fra le richieste del Parlamento europeo ci sono incentivi ai consumatori per riparare un prodotto piuttosto che sostituirlo, requisiti più duraturi sulla progettazione dei prodotti e regole armonizzate sulle informazioni ai consumatori (valutazioni sulle riparazioni, durata stimata, parti di ricambio e disponibilità di aggiornamenti software).

La Commissione europea, l’economia circolare e il diritto alla riparazione
La nuova agenda per i consumatori e il piano d’azione per l’economia circolare della Ue mirano a promuovere la riparazione e a incoraggiare il passaggio a prodotti più sostenibili. Uno dei grandi problemi da affrontare nell’ottica di un’economia circolare è dato infatti dalla grande mole di rifiuti che vengono prodotti e dal fatto che molti prodotti (basti pensare agli elettrodomestici e agli smartphone) non sono fatti per durare a lungo, o sono difficili da riparare, o non facili da riparare l’alto costo dei pezzi di ricambio.
La Commissione europea ha dunque proposto di aggiornare le norme a tutela dei consumatori per responsabilizzarli nella transizione verde e nell’economia circolare. E questo implica nuovi diritti per i consumatori.
I consumatori, dice Bruxelles, devono avere informazioni chiare sulla durabilità e sulla riparabilità dei prodotti. Niente greenwashing, niente dichiarazioni ambientali troppo vaghe e generiche (green, amico dell’ambiente, eco e via promettendo) se le prestazioni ambientali non sono dimostrate.
Fra le proposte della Commissione europea c’è quella di modificare la direttiva sui diritti dei consumatori per obbligare i professionisti a informare i consumatori sulla durabilità e la riparabilità dei prodotti.
Questo significa che i consumatori devono essere informati della durabilità garantita dei prodotti che comprano. Se il produttore offre una garanzia commerciale di durabilità superiore a due anni, il venditore deve informarne il consumatore. Il venditore deve dare informazioni sulle riparazioni, ad esempio indicare l’indice di riparabilità (se applicabile), o altre informazioni sulla riparazione messe a disposizione dal produttore, come la disponibilità di pezzi di ricambio o un manuale di riparazione. Per i dispositivi intelligenti e i contenuti e servizi digitali il consumatore deve essere informato anche sugli aggiornamenti del software forniti dal produttore.
