Vendite allo scoperto, Parlamento Europeo le limita
Limitare le vendite allo scoperto e il commercio in credit default swaps (CDS). E’ quanto chiede il Parlamento Europeo, approvando con 507 voti a favore, 25 contrari e 109 astensioni, un nuovo regolamento che dovrà essere formalmente approvato dal Consiglio nelle prossime settimane, entrando in vigore in tutta l’UE a novembre 2012. Le vendite allo scoperto e i CDS sono pratiche finanziarie accusate di incrementare l’instabilità dei mercati; in particolare, i CDS sono un prodotto finanziario utilizzato come assicurazione contro i fallimenti e il commercio in CDS è generalmente considerato come un potenziale fattore di peggioramento della situazione greca e italiana.
Il Parlamento ha ottenuto l’introduzione di un divieto di commercio di CDS allo scoperto (comprare contratti di assicurazione sul debito senza avere i relativi titoli). Per esempio, acquistare CDS greci sarà d’ora in poi possibile solo se l’acquirente possiede già titoli di Stato greci o una partecipazione in un settore fortemente dipendente dall’andamento di tali titoli, come una banca greca (in caso di fallimento del paese, le banche greche soffrirebbero certamente in maniera importante).
L’unica eccezione a questo divieto è la possibilità per le autorità nazionali di sospendere il divieto per un massimo di 12 mesi nei casi in cui il mercato del debito sovrano non funzioni in modo corretto, con possibilità di rinnovo per ulteriori 6 mesi. Anche questa possibilità è tuttavia circoscritta, poiché il testo legislativo specifica le situazioni, limitate, nelle quali il regolatore può aver diritto a tale sospensione. Inoltre, entro 24 ore, l’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (European Securities and Markets Authority – ESMA) dovrà pubblicare un parere sul proprio sito web sull’utilità o meno di sospendere il divieto: un’opinione negativa dell’ESMA avrebbe un forte significato politico.
Esprimendo la soddisfazione per il divieto, il relatore Pascal Canfin (Verdi, FR), ha detto: “Queste regole sono la prova che l’UE può agire contro la speculazione quando c’è volontà politica. La legislazione renderà impossibile l’acquisto di CDS con il solo obiettivo di speculare sul default di un paese”.
Altri deputati avevano chiesto l’introduzione di una regola che prevedesse la conversione obbligatoria di tutte le vendite allo scoperto “nude”, il tipo più rischioso fra le vendite allo scoperto, in vendite allo scoperto normali entro un giorno lavorativo. Tuttavia, la cosiddetta regola del “localizza e riserva”, per cui un operatore finanziario non solo deve notificare da dove intende prendere in prestito i titoli azionari in questione, ma anche ottenere una garanzia che potrà effettivamente prenderli in prestito, è stata alla fine diluita durante i negoziati con i governi nazionali.
Il regolamento prevede ora che l’operatore dovrà localizzare e avere una “presunzione ragionevole” di poter realmente ottenere il prestito. L’ESMA dovrà determinare quali sono le condizioni da soddisfare perché si possa “ragionevolmente presumere” di poter effettuare l’operazione alla scadenza prevista.
Un altro elemento introdotto dal Parlamento che ha rafforzato la proposta originaria della Commissione è l’introduzione di obblighi d’informazione più stringenti, visto che proprio la mancanza d’informazione è stata uno degli ostacoli più grandi al lavoro dei supervisori nel periodo precedente la crisi. Le informazioni che ora giungeranno ai regolatori nazionali ed europei permetteranno loro di eseguire il lavoro di prevenzione in maniera più efficace e di avvertire in anticipo nel caso di rischi potenziali. Per esempio, i supervisori finanziari saranno informati, e ne informeranno il pubblico, nel caso di una “posizione corte netta”, appena questa supera la soglia dello 0,5% del valore dei capitali azionari emessi.
I deputati, infine, sono riusciti a preservare i poteri per l’ESMA, in particolare quello di limitare le vendite allo scoperto, di essere arbitro nel caso un’autorità nazionale voglia introdurre misure straordinarie in situazioni di emergenza e di poter pretendere che le altre autorità introducano misure eccezionali.