Lo spread ha ripreso a salire, le elezioni si avvicinano – con le incertezze sul futuro che comportano – e il morale dei risparmiatori è a terra come non mai. L’indice Soldi Sette sulla fiducia dei risparmiatori è crollato rispetto a settembre da 97,5 a 83,6, in area di netto pessimismo (l’indice va da zero, pessimismo più nero a 200, ottimismo più sfrenato; il livello di 100 indica una sostanziale indifferenza circa il futuro).
A peggiorare sono quasi tutti i sottoindici: quello relativo alla voglia di investire è sceso da 107 a 103, quello relativo alla voglia di acquistare azioni è sceso da 102 a 98,3 e quello sull’acquisto di immobili è calato da 100,2 a 98,5. Solo l’indice che misura l’interesse per i bond è salito, portandosi a 106,5 da quota 103,2. Sembrerebbe indicare interesse per investimenti sicuri, quali sono, nella mente di tutti, i bond.
Lo stesso interesse non ha riguardato gli immobili, in passato porto franco per chi mette fieno in cascina, e l’indice relativo è sceso seppur di poco sotto quota 100 per la prima volta in 10 anni di rilevazioni. Le ragioni di ciò:  il crollo delle vendite degli immobili (-23,6% in un anno) potrebbe essere una spiegazione, ma anche l’inasprimento delle tasse sulla casa, con lo spauracchio dell’Imu, deve aver contribuito non poco, soprattutto se si tiene conto che l’ultima rilevazione è avvenuta a ridosso del pagamento dell’ultima rata. Investire in immobili costa forse troppo in termini di tasse.


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