Arbitro per le controversie finanziarie: 142 milioni tornati ai risparmiatori
Arbitro per le controversie finanziarie Consob: 142 milioni di euro rientrati nelle tasche dei risparmiatori in sei anni, 10 mila ricorsi, 9.300 pronunce, il 65% delle decisioni favorevole ai ricorrenti
Bilancio per l’Arbitro per le controversie finanziarie: 142 milioni di euro sono rientrati nelle tasche dei risparmiatori in sei anni di attività e il 65% delle pronunce è stato favorevole ai ricorrenti. 10 mila i ricorsi presentati e 9300 le pronunce date, con un tasso di applicazione da parte degli intermediari prossimo al 100%. Sono i numeri presentati oggi da Gianpaolo Barbuzzi, Presidente dell’Arbitro per le controversie finanziarie (Acf), l’organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie tra risparmiatori e intermediari, che ha tirato le somme dei primi sei anni di attività in occasione della Relazione per il 2022.
L’Arbitro per le controversie finanziarie
L’Arbitro per le controversie finanziarie, istituito dalla Consob nel 2016, è uno strumento di risoluzione delle controversie tra investitori “retail” e intermediari per la violazione degli obblighi di diligenza, correttezza, informazione e trasparenza che gli intermediari devono rispettare quando prestano servizi di investimento o il servizio di gestione collettiva del risparmio.
Solo i risparmiatori possono fare ricorso all’ACF, per richieste di risarcimento danni non superiori a 500.000 euro. L’Arbitro permette all’investitore di ottenere una decisione sulla controversia in tempi rapidi, senza costi e senza obbligo di assistenza legale.
I ricorsi presentati all’Acf
Lo scorso anno i risparmiatori che si sono rivolti all’Arbitro si sono visti riconoscere 19 milioni di euro di risarcimenti per una media pro-capite di circa 30.000 euro. Il 57% dei ricorsi ha trovato accoglienza favorevole da parte dell’organismo. Ad oltre il 98% delle decisioni dell’Arbitro è stata data attuazione dagli intermediari (contro il 96% nella media aggregata 2017-2022), malgrado le pronunce non siano vincolanti.
C’è una tendenza alla riduzione dei ricorsi presentati dai risparmiatori: erano 1.116 nel 2022 (riguardanti 220 intermediari) contro i 1.582 ricorsi del 2021 e i 1.772 del 2020. E questo, spiega l’Acf, grazie al progressivo venir meno del “contenzioso seriale”, ereditato dalle crisi bancarie di fine 2015 e metà 2017.
«Sono dati che mi portano a dire – ha commentato il presidente Barbuzzi – che la costituzione dell’Acf ha colmato un vuoto di tutela e che l’attività svolta in questi sei anni è stata efficace, considerato che il suo scopo principale è quello di risolvere controversie evitando a entrambe le parti, risparmiatore e intermediario, di attendere i tempi ancora lunghi della giustizia civile».
Arbitro per le controversie finanziarie, le sfide
Il presidente dell’Acf ha poi evidenziato alcuni punti cruciali nel rapporto tra risparmiatori e intermediari. Uno riguarda il tema delle informazioni.
“Fornire “più informazioni” da parte dell’intermediario non equivale a fornire “migliori informazioni” – si legge in una nota – Il set informativo va “calibrato”, richiamando l’attenzione del cliente su quelle informazioni, fra le tante, che ingenerano autentica consapevolezza sulle caratteristiche e le implicazioni, in termini di rischio, dell’investimento”.
Un altro tema è la crescita dei servizi online. Oltre 4 milioni di italiani, circa il 7% della popolazione, vive in località sprovviste di filiali bancarie; la pandemia ha dato una forte accelerazione alla migrazione all’home banking di servizi bancari e finanziari; si stima che nei prossimi cinque anni la quota di servizi trasferita sul web sarà del 60%.
È dunque anche in crescita il contenzioso indotto dall’operatività in strumenti finanziari attraverso trading online. Con l’accelerazione dei servizi bancari e finanziari effettuati online, evidenzia l’Arbitro per le controversie finanziarie, cresce anche il contenzioso derivante da investimenti fatti su sistemi di trading online, dove spesso si nascondono insidie per i risparmiatori legate all’accessibilità immediata e diretta di strumenti finanziari.
La raccomandazione agli intermediari è di fornire informative sul prodotto finanziario che siano quanto più possibile visibili nel sito web, in modo da offrire le più ampie garanzie di tutela ai clienti.
Altro dato evidenziato è che già ora possono essere sottoposte al vaglio dell’Acf eventuali controversie su cripto-attività di natura finanziaria. Un ulteriore elemento toccato dall’Arbitro riguarda la sostenibilità. “Con il crescere dell’interesse dei risparmiatori per gli investimenti sostenibili, l’Acf porrà particolare attenzione alle controversie sull’offerta di questi prodotti, dove c’è la possibilità di un’elevata conflittualità. Gli intermediari dovrebbero rilevare le preferenze di sostenibilità dei clienti in termini non solo formali ma di effettiva conoscenza dei prodotti sostenibili, ed evitare logiche opportunistiche nel collocamento dei prodotti finanziari”.