Si chiama Servizio Trasparenza la campagna per i rimborsi di quanto impropriamente pagato per finanziamenti e cessione del quinto lanciata oggi da Federconsumatori per consentire ai cittadini – dice l’associazione – di ottenere i dovuti rimborsi in caso di problematiche legate sia alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione, sia al ricorso a prestiti al consumo con banche e società finanziarie. La promessa è quella di aiutare una platea molto vasta di persone.“Metteremo a disposizione dei cittadini un servizio per evidenziare eventuali abusi o anomalie contrattuali – prosegue Federconsumatori – Se si dovessero rintracciare delle anomalie nei contratti, i cittadini potrebbero recuperare somme significative (fino al 30% sul totale del finanziamento), che sono state loro sottratte impropriamente”.

La platea di cittadini interessati è vastissima: potranno richiedere la verifica tutti coloro che hanno dei contratti in corso e tutti i cittadini che hanno stipulato contratti negli ultimi 10 anni. Anche chi si ricorda di aver stipulato un contratto di finanziamento o per la cessione del quinto dello stipendio/ della pensione ma non è più in possesso della relativa documentazione può richiedere la verifica: a reperire il contratto ci penserà Federconsumatori.

Ma come è distribuito l’indebitamento degli italiani? Le tipologie di finanziamento nel 2018 riguardano per il 57% prestiti personali, per il 18% prestiti finalizzati, per il 19% cessione del quinto di stipendio o pensione, per il 6% carte opzione o rateali. Spesso si chiede un prestito per far fronte a un’emergenza. Nel 2018 ci sono 7 milioni di italiani che hanno chiesto prestiti per cure mediche, con un importo medio stimato da Federconsumatori in 6.798 euro; 888 mila italiani hanno chiesto prestiti per scuola e università,  pari in media a 7.970 euro; 522 mila hanno chiesto un prestito medio di 9.860 euro per non autosufficienza e 330 mila hanno chiesto prestiti per consolidamento debiti, in media 22.804 euro.

Le possibili anomalie sul contratto di cui parla Federconsumatori fanno riferimento, nel caso dei prestiti, a duplicazione dei costi e addebito di costi inutili in fase di stipula del contratto, mentre in fase di estinzione anticipata del prestito ci possono essere costi elevati per ritardi di pagamento o interessi di mora, diritti e onorari sproporzionati rispetto al debito maturato. Casi che l’associazione stima con una ricorrenza del 15%. Nelle cessione di quote dello stipendio o della pensione, nella fase di stipula del prestito ci possono essere duplicazione dei costi, costi di mediazione elevati, addebito di costi inutili (stimati con un’incidenza complessiva del 20%) mentre in fase di estinzione anticipata del prestito le anomalie, con incidenza complessiva del 10%, possono essere l’elevata quantificazione di costi impropri e non rimborsabili e il parziale rimborso dei costi impropri spalmati sul piano di ammortamento.

 

Notizia pubblicata il 21/05/2019 ore 19.45


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