Nel quarto trimestre del 2013 il Pil è salito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente mentre risulta ancora negativo su base annua, in calo dello 0,9% – e in peggioramento rispetto alle stime di febbraio, che parlavano di un calo tendenziale dello 0,8%. Il Pil torna ad essere positivo negli ultimi tre mesi del 2013 dopo nove trimestri consecutivi, ovvero oltre due anni, e questo viene letto come una boccata d’ossigeno in quanto interrompe la successione di dati negativi.
Nel 2013 il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’1,8%. La variazione acquisita per il 2014 è pari a -0,1%. Rispetto al trimestre precedente, rileva ancora l’Istat, gli investimenti fissi lordi sono aumentati dello 0,9%, mentre i consumi finali nazionali sono rimasti invariati. Le importazioni sono aumentate dello 0,2% e le esportazioni dell’1,2%.
Le associazioni dei Consumatori accolgono il dato con molta cautela. Per il Codacons, infatti, “al di là del traguardo simbolico raggiunto nell’ultimo trimestre di interrompere tecnicamente la recessione, l’impercettibile crescita registrata o che quella che si prevede nel 2014, non sono in grado di aver alcun effetto reale sulla disoccupazione. La scossa che necessita il Paese per ripartire richiede risorse finanziarie che il Governo non è attualmente in grado di mettere in campo, tanto meno se poi i soldi non saranno tutti concentrati nel ridare capacità di spesa alle famiglie in difficoltà ma saranno dispersi, dando un colpo alla botte ed uno al cerchio, riducendo così gli effetti sul sistema economico: un po’ di riduzione del costo del lavoro, un po’ di opere pubbliche, un po’ di riduzione di tasse”. Per l’associazione vanno abbassate innanzitutto le tasse su luce, gas, rifiuti e benzina, e va ridisegnato il sistema fiscale nel rispetto dell’art. 53 della Costituzione, secondo criteri di progressività.
Sui consumi si soffermano invece Federconsumatori e Adusbef: “Il dato Istat conferma la contrazione dei consumi nel 2013. Noi lo sosteniamo da tempo e, se non saremo in presenza di una radicale svolta in tema di politica economica basata sullo sviluppo e quindi sull’aumento del potere d’acquisto delle famiglie, le previsioni relative all’anno in corso peggioreranno ulteriormente, tanto che, secondo le stime dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la contrazione dei consumi nel 2014 si attesterà tra il -1,3 ed il -1,4%. Questo, a meno che non vi sarà una vera e propria svolta che consenta all’economia di ripartire grazie ad un rilancio del potere di acquisto delle famiglie e, quindi, della domanda interna”.
L’Istat sottolinea inoltre che il valore aggiunto ha segnato una variazione congiunturale positiva nell’agricoltura (0,8%) e nell’industria in senso stretto (0,1%), nulla nei servizi e negativa (-0,7%) nelle costruzioni. In termini tendenziali, il valore aggiunto è diminuito in tutti i comparti ad eccezione dell’agricoltura. Su quest’ultimo dato si sofferma il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina: “Sono incoraggianti i dati sul Pil italiano relativi all’agricoltura (+0,8%) a conferma della centralità e dell’importanza del settore all’interno del sistema economico del nostro Paese. La crescita tendenziale nello scorso anno è risultata positiva nel solo comparto primario a testimonianza delle potenzialità che esso può esprimere, anche in un momento di crisi economica. Sono convinto – conclude il Ministro – che l’apporto dell’agricoltura all’economia italiana sia fondamentale, ora dobbiamo andare avanti spediti con provvedimenti utili a sostegno delle imprese e di tutto il comparto”.


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