Esiste una relazione tra domanda di carte di pagamento, crescita economica ed economia sommersa? La risposta sembra essere positiva. Lo testimoniano i dati di uno studio sull’argomento presentato questa mattina da I-Com (Istituto per la competitività). Secondo la Banca Centrale Europea, se circolasse 1 milione di carte di credito in più si avrebbe una variazione del Pil pari a +0,65% (quasi 10 miliardi di euro). Parallelamente, il maggior numero di carte corrisponderebbe ad una riduzione dello 0,36% dell’economia sommersa. Se si arrivasse poi ad avere 10 milioni di carte in più il calo della black economy sarebbe del 3,6% e il recupero dall’evasione fiscale arriverebbe a 5 miliardi di euro. Basterebbe poi che vi fossero mediamente 15 euro in meno di prelievo dagli sportelli bancomat per avere una riduzione del sommerso di 23 miliardi, con un gettito pari a 9,8 miliardi. Dati e proiezioni alla mano, quindi, sembrerebbe necessario avviare al più presto una inversione di tendenza all’uso ancora troppo diffuso di preferire il denaro contante a quello elettronico.
Occorre perciò trovare gli strumenti adeguati a realizzare questa rivoluzione di costumi che, nel nostro Paese, stenta a decollare. I motivi sono molti: dall’insicurezza verso le transazioni di denaro virtuale, alla sensazione di pagare sempre un po’ di più per via delle commissioni, alla ancora scarsa diffusione dei sistemi di pagamento con carta (POS). Questi alcuni dei temi affrontati nel corso della tavola rotonda che ha seguito la presentazione dei dati.
“Il primo passo per la diffusione degli strumenti di pagamento elettronici è agire sulla collaborazione tra banche, istituzioni e associazioni dei consumatori”, dice Rita Camporeale, Responsabile Ufficio Sistemi e Servizi di pagamento ABI “e poi”, continua, “avviare un programma di informazione e formazione sui cittadini, aiutandoli a comprendere i benefici che si possono trarre dal pagamento con la moneta elettronica”. Naturalmente, occorre eliminare anche gli ostacoli strettamente fisici che impediscono la diffusione della cultura della moneta digitale. Lo sforzo, nel futuro prossimo, dovrà quindi essere quello di diffondere tecnologia e reti di trasmissione digitale, mentre, a livello di decisioni politiche sarebbe opportuno evitare errori come quelli commessi da altri paesi, che nel tentativo di aumentare le carte e i pagamenti, hanno ottenuto effetti opposti. Come nel caso della Spagna che per far salire il numero delle transazioni elettroniche ha pensato di ridurre le commissioni interbancarie (Mif) tra banche acquirer e banche issuer, al fine di incentivare gli esercenti ad accettare pagamenti con carte. In questo modo, infatti, possedere e utilizzare una carte diventa particolarmente dispendioso per il cittadino.
“La preoccupazione delle associazioni dei consumatori”, dichiara Antonio Longo, Presidente di Movimento Difesa del Cittadino, “è che ancora una volta a dover pagare di più siano i consumatori. Ben venga la comodità di poter effettuare acquisti senza portarsi dietro denaro contante, ma occorre fare in modo di ridurre al minimo il carico per il consumatore e soprattutto far comprendere agli esercenti che avere un POS non è solo un costo ma un vantaggio”.
Elena Leoparco


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