Dopo mesi di discussione e due voti di fiducia tra Senato e Camera, ieri il decreto n.59/2016, noto anche come “Decreto Banche”, ha ottenuto il via libera definitivo diventando legge. Nel testo sono indicate le modalità attraverso cui i risparmiatori che hanno investito nelle obbligazioni delle quattro banche fallimentari (Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e CariFerrara) potranno ottenere fino all’80% del capitale persoTra le varie modifiche apportate durante il dibattito parlamentare, vi è la condizione da parte dell’obbligazionista di avere un reddito complessivo, ai fini Irpef, inferiore a 35 mila euro o un patrimonio mobiliare inferiore a 100 mila euro. Il fatto di prevedere almeno una delle due condizioni ha ampliato sensibilmente la platea dei risparmiatori che potranno accedere alla richiesta di rimborso automatico.
Ma potrebbe non bastare. “Poteva essere l’occasione per ridare fiducia nel sistema bancario, risarcendo tutti i truffati. Invece solo un’esigua minoranza potrà accedere agli indennizzi automatici, sempre che accettino un rimborso parziale, ossia meno del dovuto”, commenta Massimiliano Dona, segretario UNC che aggiunge: “Tradita la fiducia dei risparmiatori. Un pessimo testo, insufficiente per rispondere alle esigenze di chi ha perso i risparmi di una vita. È inaccettabile costringere il consumatore a giocare alla roulette russa, scegliendo preventivamente se rinunciare ai suoi diritti, accettando l’80% di quanto ha perso, oppure giocare il terno al lotto dell’arbitrato, sperando di vincere. Un dilemma del prigioniero vergognoso”.


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