Banche Venete, cessione a Intesa SanPaolo
La Banca d’Italia ha confermato che “è giunto a realizzazione il piano di intervento predisposto per la soluzione della crisi della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca”. Mentre ieri c’è stato il via libera del Consiglio dei Ministri al decreto legge con cui si avvia la liquidazione coatta di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza e la cessione delle parti “buone” a Intesa SanPaolo. Dallo Stato arrivano 5,2 miliardi subito. Intesa SanPaolo avverte: se ci saranno problemi col decreto legge c’è una clausola risolutiva che “prevede l’inefficacia del contratto”.
Questa la svolta che si è avuta nel fine settimana in relazione alla crisi dei due istituti bancari, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza. Bankitalia stamattina ha diffuso una nota in cui spiega che “a seguito delle decisioni delle Autorità europee e in conformità al Decreto Legge del 25 giugno 2017, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d’Italia, ha sottoposto le due banche a liquidazione coatta amministrativa”. Banca d’Italia ha nominato gli organi liquidatori che, in attuazione alle indicazioni del Ministero e col sostegno dello Stato, “hanno provveduto alla cessione di attività e passività aziendali a Intesa Sanpaolo S.p.A., che è subentrata nei rapporti delle cedenti con la clientela senza soluzione di continuità. I crediti deteriorati delle Banche, esclusi dalla cessione, saranno successivamente trasferiti a una società a partecipazione pubblica. I diritti degli azionisti e le passività subordinate resteranno in capo alle Liquidazioni”. L’intervento, prosegue la Banca d’Italia, “assicura la tutela di tutti i risparmiatori e dei creditori senior. Il citato Decreto Legge prevede inoltre misure di ristoro per titolari di strumenti finanziari subordinati retail. I clienti non subiscono alcuna conseguenza da questo passaggio: gli uffici e gli sportelli delle Banche saranno regolarmente aperti e pienamente funzionanti; tutte le operazioni bancarie potranno essere effettuate senza variazioni, ma sotto la responsabilità di Intesa Sanpaolo S.p.A”.
Il decreto legge è stato approvato in un CdM che si è svolto ieri, nel quale si precisa che gli aiuti di Stato ammonteranno a 4,785 miliardi di euro e ad essi si aggiungeranno “circa 400 milioni quale fair value delle garanzie prestate dallo Stato sugli impegni delle banche in liquidazione, per un ammontare massimo di circa 12 miliardi di euro”. Il provvedimento ha dunque creato la cornice normativa per il passaggio della parte sana delle due banche a Intesa SanPaolo. Quest’ultima a sua volta ha diramato una nota in cui spiega di aver firmato con i commissari liquidatori di Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca “il contratto di acquisto, al prezzo simbolico di un euro, di certe attività e passività e certi rapporti giuridici facenti capo alle due banche”.
“L’intervento di Intesa Sanpaolo – rivendica l’Istituto – permette di evitare i gravi riflessi sociali che sarebbero altrimenti derivati dalla procedura di liquidazione coatta amministrativa delle due banche, salvaguardando l’occupazione delle persone che vi lavorano, i risparmi affidati da circa 2 milioni di famiglie e l’attività di circa 200 mila imprese finanziate e conseguentemente l’occupazione di 3 milioni di persone nelle regioni che registrano la maggiore crescita economica del Paese”.
Intesa SanPaolo precisa che l’acquisto riguarda “un perimetro segregato che esclude i crediti deteriorati (sofferenze, inadempienze probabili e esposizioni scadute), le obbligazioni subordinate emesse, nonché partecipazioni e altri rapporti giuridici considerati non funzionali all’acquisizione”. Nella nota si precisa di fatto che l’operazione andrà a buon fine solo se il decreto legge del Governo non subirà modifiche. Scrive Intesa SanPaolo: “Il contratto include una clausola risolutiva, che prevede l’inefficacia del contratto e la retrocessione alle banche in liquidazione coatta amministrativa del perimetro oggetto di acquisizione, in particolare nel caso in cui il Decreto Legge non fosse convertito in legge, ovvero fosse convertito con modifiche e/o integrazioni tali da rendere più onerosa per Intesa Sanpaolo l’operazione, e non fosse pienamente in vigore entro i termini di legge”.
Notizia pubblicata il 26/06/2017 ore 17.24
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Il discorso mi pare molto semplice:
1) gli ex amministratori devono rimborsare tutti i danni causati e poi devono andare in galera;
2) la banca deve andare in procedura di fallimento e pure tutte le ditte debitrici;
3) i dipendenti devono essere tutelati con Casa Integrazione od altro;
4) lo Sarto deve tutelare i risparmiatori e se possibile gli azionisti che sono stati truffati o raggirati;
5) le banche fallite possono essere messe all’asta e che le compra può amministrale.
Questo è il tutto da dire e da fare: