Polizza vita o investimento finanziario? Tribunale impone risarcimento
«Non era una polizza vita, ma un investimento finanziario». Il Tribunale stabilisce però che la famiglia degli eredi va risarcita. Il caso assistito da Confconsumatori
Polizza vita o investimento finanziario? Una sentenza del Tribunale di Grosseto stabilisce il risarcimento per una famiglia che aveva chiesto il riscatto di quello che credeva fosse una polizza vita e si era invece rivelata un investimento finanziario. A raccontarlo Confconsumatori che ha assistito in giudizio la famiglia. Un familiare aveva infatti stipulato quella che credeva fosse una regolare polizza vita, ma i familiari che ne hanno chiesto il riscatto dopo la sua morte si sono ritrovati con appena 14mila euro nonostante i 37mila euro di investimenti. E hanno agito in giudizio contro la compagnia, con l’assistenza di Confconsumatori, riuscendo a recuperare il resto dell’investimento.
Il caso assistito da Confconsumatori
Nel 2014, dopo la morte di un loro prossimo congiunto, i familiari avevano chiesto il riscatto di una polizza vita da lui stipulata nel lontano 2007, chiedendo così alla compagnia la liquidazione di quanto maturato. A fronte dei 37mila euro versati e dei circa 8mila ricevuti quali anticipi durante la vita dell’assicurato, avevano incassato la somma di circa 14mila euro. Nel frattempo però l’intermediario finanziario che aveva consigliato e venduto materialmente il contratto era fallito. Dopo anni di contestazioni con la compagnia, senza riottenere neppure totalmente la somma investita, si sono rivolti allo sportello grossetano di Confconsumatori che, dopo un tentativo di mediazione senza esito, aveva suggerito di agire in giudizio.
La sentenza: restituzione degli investimenti alla famiglia
Come racconta Confconsumatori, il tribunale di Grosseto, con la sentenza 900/2023, ha statuito che le polizze “index linked” sono puramente strumenti finanziari, non sussistendo alcuna prestazione assicurativa, e che sin dal 2007 dovevano essere venduti nel rispetto delle norme del Testo unico di intermediazione finanziaria, cioè previa conclusione di un contratto quadro di servizi di investimento e degli elementi informativi connessi.
Il tribunale, prosegue l’associazione, ha così stabilito la nullità della polizza e la restituzione degli investimenti alla famiglia. Inoltre il tribunale ha ritenuto che gli eredi che invocano la nullità prevista dal Testo unico di intermediazione finanziaria, riscattando la polizza vita, non abusano del loro diritto e soprattutto non convalidano il contratto nullo con una semplice richiesta di riscatto: si tratta infatti di una nullità a protezione del consumatore. Inoltre, sempre secondo il tribunale, nel caso di nullità della polizza vita è irrilevante che il mancato rispetto delle norme del Testo unico sia imputabile all’intermediario, poiché il pagamento della somma conseguente alla nullità grava sulla compagnia, che deve restituire il premio al netto degli acconti versati. Pertanto la famiglia ha ottenuto circa 13mila euro, così da raggiungere la quota dei 37 mila euro versati.