Sotto i riflettori dell’Antitrust finiscono 13 imprese che si sono aggiudicate le gare per servizi di bonifica e smaltimento dei materiali potenzialmente inquinanti o pericolosi presenti sulle unità navali presso gli arsenali di Taranto, La Spezia ed Augusta. L’Autorità ha infatti deciso di avviare un’istruttoria per verificare se i comportamenti tenuti dalle imprese in occasione di tre gare bandite dal Ministero della Difesa per la bonifica di materiali inquinanti da eseguirsi su unità navali presso gli arsenali, per un valore complessivo di oltre 14 milioni, possano costituire un’intesa restrittiva della concorrenza. Il provvedimento è stato notificato oggi nel corso di alcune ispezioni effettuate in collaborazione con il Gruppo Antitrust del Nucleo speciale tutela mercati della Guardia di finanza e nasce da una segnalazione inviata dallo stesso Ministero della Difesa.
La segnalazione riguardava infatti i comportamenti delle imprese che hanno partecipato a tre gare di rilievo comunitario bandite dal ministero nel periodo 2011-2013, per l’affidamento di servizi di bonifica e smaltimento dei materiali potenzialmente inquinanti o pericolosi presenti sulle unità navali presso gli arsenali di Taranto, La Spezia ed Augusta: le gare erano suddivise ciascuna in tre lotti omogenei e indipendenti, ognuno dei quali relativo ad un determinato polo aeronavale (Taranto, La Spezia e Augusta). Le imprese interessate dal procedimento sono Tecnosit, TPS Taranto, S.i.m.a.n., Maren, Consorzio Chio.Me, Serveco, Coibesa Thermosound, Technomont Taranto, Co.m.e.r.i.n, Work Service in liquidazione volontaria, Metalblok, Ecoedil Professional e S.a.i.t., che hanno partecipato alle gare con tre distinti raggruppamenti di impresa.
Secondo le prime ricostruzioni dell’Antitrust, ci sarebbero delle anomalie nel comportamento delle imprese, incompatibili con uno svolgimento concorrenziale delle gare, e questo rende ipotizzabile l’esistenza di un’intesa. Spiega l’Autorità: “Deporrebbe in questo senso la simmetrica e speculare strategia di gara che ha determinato l’assenza di sovrapposizione competitiva dei raggruppamenti sui vari lotti oggetto di affidamento (con l’eccezione del lotto 3 della gara del 2011), nonostante il bando consentisse di concorrere anche contemporaneamente su più lotti. Ugualmente potrebbero segnalare la possibile esistenza di una pratica collusiva la scelta dei concorrenti di ridurre progressivamente nell’arco delle tre gare i ribassi offerti sino ad attestarsi su percentuali estremamente contenute, non superiori al 2% su tutti i lotti: questa condotta, se confermata, potrebbe aver alterato sensibilmente la libera formazione dei prezzi, riducendo al minimo i ribassi offerti e determinando così un innaturale innalzamento del valore economico della commessa”. La conclusione del procedimento è prevista per il 30 settembre 2015.


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