La differente forma di tassazione per i conti deposito da un lato, i libretti di risparmio e i conti correnti dall’altro, rappresenta una distorsione della concorrenza che può andare a detrimento dei piccoli risparmiatori. “Introdurre una no tax area per i libretti di risparmio e per i conti corrente, escludendola per i conti deposito, determina per quest’ultimo prodotto un ingiustificato svantaggio concorrenziale e rischia di creare una differenziazione tra prodotti equivalenti con conseguente freno allo sviluppo del conto deposito, il quale rappresenta uno strumento di risparmio innovativo e competitivo all’interno del settore bancario”. È quanto scrive l’Autorità Antitrust in una segnalazione, inviata a presidente del Consiglio dei Ministri e alla presidenza di Camera e Senato, relativa alla nuova imposta di bollo che discrimina fra conti correnti e libretti di risparmio da un lato, e conti deposito dall’altro.
La legge cui l’Antitrust fa riferimento è l’art. 8, comma 13, del D.L. 2 marzo 2012 n. 16, convertito, con modificazioni, in Legge 26 aprile 2012, n. 44 “Disposizioni urgenti in materia di semplificazioni tributarie, di efficientamento e potenziamento delle procedure di accertamento”. La norma ha introdotto una nuova imposta di bollo relativa alle comunicazioni periodiche alla clientela relative a prodotti finanziari, anche non soggetti ad obbligo di deposito, ivi compresi i depositi bancari e postali.
La nuova disciplina fiscale prevede che, per estratti di conto corrente bancario e postale e per i rendiconti dei libretti di risparmio, anche postali, si applica un’imposta fissa di 34,20 euro per il cliente persona fisica e di 100 euro per il cliente soggetto diverso da persona fisica. Per le persone fisiche, si prevede che l’imposta non sia dovuta quando il valore medio della giacenza annua risultante dagli estratti conto e dai libretti sia complessivamente non superiore a 5.000 euro.
Con riguardo, invece, ai prodotti finanziari, compresi i depositi bancari e postali, si prevede un’imposta proporzionale pari all’1 per mille annuo per il 2012 e all’ 1,5 per mille a decorrere dal 2012. L’imposta è dovuta nella misura minima di 34,20 euro e, limitatamente all’anno 2012, nella misura massima di 1.200 euro. È prevista, inoltre, un’esenzione per i buoni postali fruttiferi di valore di rimborso complessivamente non superiore a 5.000 euro.
Secondo quanto rileva l’Antitrust, le nuove norme fiscali introducono una tassazione più onerosa per i conti deposito, perché a differenza di libretti di risparmio e conti correnti – per i quali c’è una no tax area per depositi inferiori a 5 mila euro – per i conti deposito “è prevista un’imposta proporzionale e, in ogni caso, un importo minimo di 34,20 euro applicabile a prescindere dall’entità del deposito”.
Per l’Antitrust, l’introduzione di una no tax area per libretti di risparmio e conti correnti e la sua esclusione per i conti deposito determina per questi ultimi “un ingiustificato svantaggio concorrenziale e rischia di creare una differenziazione tra prodotti equivalenti con conseguente freno allo sviluppo del conto deposito, il quale rappresenta uno strumento di risparmio innovativo e competitivo all’interno del settore bancario – scrive l’Antitrust – Il conto deposito, infatti, promuove la mobilità della clientela e quella dei depositi essendo un prodotto spesso offerto on line, con un investimento minimo, a costo zero e con tassi di rendimento più elevati rispetto ai libretti di risparmio e ai depositi in conto corrente. La classica connotazione telematica del conto deposito, inoltre, favorisce l’avvicinamento del consumatore bancario italiano al canale internet che, come è noto, risulta spesso più conveniente ma ancora non sufficientemente diffuso”.
Col nuovo regime fiscale, il conto deposito non sarebbe più gratuito ma soggetto a una tassazione minima di 34,20 euro anche per depositi al di sotto di 5 mila euro; non sarebbe più uno strumento concorrenziale per i piccoli risparmiatori; e “la discriminazione fiscale introdotta con il D.L. n. 16/2012 potrebbe influenzare negativamente la scelta del consumatore – scrive l’Antitrust – Quest’ultimo, infatti, potrebbe essere indotto ad adottare, come forma di deposito, un prodotto tradizionale come il libretto di risparmio o uno strumento con una funzione totalmente differente e con tassi creditori più bassi quale il conto corrente”. L’Antitrust chiede di “eliminare la discriminazione fiscale attualmente esistente tra i libretti di risparmio e i conti corrente da un lato e i conti deposito dall’altro, introducendo un regime uniforme tra modalità di deposito aventi caratteristiche equivalenti”.


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1 thought on “Antitrust: conti deposito discriminati rispetto a libretti di risparmio e conti correnti

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