Unicredit ha annunciato una perdita di ben 15 miliardi di euro per il 2013. La banca ha svalutato una serie di partecipazioni e ha dovuto accantonare 7,2 miliardi di euro per far fronte ai crediti problematici, soldi che teme di non avere indietro. “Nessuno si aspettava una mazzata del genere – sostiene Vincenzo Somma direttore di Altroconsumo Finanza – Il mercato, infatti, ha immediatamente punito il titolo, che in meno di 10 minuti, ieri ha perso il 3%. Poi, però, c’è stato il rimbalzo che lo ha portato a chiudere la giornata con un progresso di oltre il 6%. Cosa è successo?”
“La banca ha annunciato che taglierà 8.500 dipendenti (quasi il 70% in Italia), quoterà in Borsa la sua controllata Fineco (si stima un incasso di circa 2 miliardi di euro) e ha lasciato intendere che potrebbe creare una bad bank, accollando quindi a qualcun altro tutta la parte “marcia” della banca. Sono misure drammatiche – afferma Somma – E’ come se si amputasse una gamba per evitare la diffusione di un tumore. Gli analisti di Altroconsumo Finanza stanno spulciando bilanci e piano industriale per rivedere le stime. Il costo della bad bank non è ancora noto”.
Oltre a quello di Unicredit, ieri ci sono stati anche i consigli di amministrazione di Bpm (0,628 euro), Mps (0,229 euro) e Ubi Banca (6,53 euro), il cui esito è stato rivelato questa mattina. I risultati di queste banche non sono stati drammatici come quelli di Unicredit: Ubi ha chiuso il 2013 con un utile superiore al previsto e ha fissato il dividendo a 0,06 euro per azione (0,05 euro le nostre stime); Mps ha annunciato perdite superiori alle previsioni, ma ha dato indicazioni sulla solidità patrimoniale che hanno rassicurato il mercato; Bpm ha chiuso comunque l’anno in utile (per quanto lievemente inferiore alle nostre previsioni).
Questa mattina tutti e tre i titoli di questa banche salivano di oltre l’1%. Anche per questi titoli il consiglio è al momento in revisione.
La scommessa sul fatto che le azioni dei bancari sarebbe crollate, trascinando al ribasso la Borsa, non è dunque andata a buon fine. Ma non è finita: Banca Intesa, da cui gli analisti di Altroconsumo Finanza si attendono forti svalutazioni, pubblica i risultati a fine mese.
Il bilancio di Piazza Affari, comunque, non è positivo complice il cattivo andamento di Wall Street e di Tokio. Ieri Milano ha fatto +0,38% e oggi, al momento in cui scriviamo, perde uno 0,3% (è arrivata a perdere anche lo 0,7%).
Per chi ha comprato il certificate short (0,7010 euro; Isin IT0006723271) gli analisti di Altroconsumo Finanza suggeriscono due soluzioni: o si decide di chiudere comunque la scommessa, o si resta dentro ma seguendo con attenzione l’evoluzione del mercato, tenendosi pronti a cambiare cavallo (passando dallo short al long, 63,8 euro; Isin IT0006723263) nel caso in cui i mercati dovessero iniziare a salire. In ogni caso bisogna sempre ricordare di porre un limite massimo alle perdite che si è disposti a correre: appena si perde il 10%, vendere.


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