“I fondi percepiti e raccolti attraverso le campagne di volontariato restano apparentemente bloccati”: questa la denuncia contenuta in un esposto inviato dal Codacons alle procure della Repubblica di Roma, Nuoro e Tempio Pausania relativo alla raccolta fondi per i cittadini colpiti dal ciclone Cleopatra in Sardegna, lo scorso novembre. Secondo l’associazione, i fondi raccolti – pari a oltre 700 mila euro – non sono ancora stati distribuiti e le risposte arrivate dai promotori delle diverse iniziative non sono state soddisfacenti.
All’indomani della devastazione che ha colpito la Sardegna, spiega l’associazione, enti locali, società sportive, quotidiani, banche, e società varie hanno aperto sottoscrizioni per raccogliere fondi presso gli utenti da destinare ai cittadini danneggiati dal ciclone. “Nelle settimane scorse, sollecitati dagli stessi cittadini che, con generosità, hanno versato denaro tramite tali sottoscrizioni, abbiamo chiesto conto attraverso delle istanze d’accesso di come fossero stati spesi i soldi raccolti. Le risposte pervenute dai soggetti promotori delle iniziative di beneficienza, purtroppo, non hanno soddisfatto le attese”, spiega il Codacons.
Nell’esposto si legge quanto segue: “Quello che desta perplessità e che ben potrebbe celare responsabilità e fattispecie penalmente rilevanti, da possibili ipotesi di truffa al falso e all’appropriazione indebita, è che ad oggi la generica finalità della destinazione dei fondi è rimasta tale e i fondi percepiti e raccolti attraverso le campagne di volontariato restano apparentemente bloccati senza nessuna indicazione in merito alla cifra complessiva dei fondi sino ad oggi raccolti, dell’effettivo utilizzo dei fondi raccolti, su quando gli stessi verranno impiegati e soprattutto come e per quali finalità e sotto il controllo e vigilanza di quale organo e/o ente e/o autorità. Promuovere campagne di raccolte fondi da destinare alle popolazioni colpite dalla tragedia si traduce in destinare tali fondi non appena gli stessi vengono raccolti e certo non significa trattenerli indebitamente a tempo indeterminato, poiché la naturale conseguenza è una appropriazione indebita e una truffa nei confronti di tutti coloro che hanno contribuito. L’unico dato certo che emerge e che è dato sapere ad oggi, almeno per quanto riferito in riscontro alla  istanze d’accesso inviate dal Codacons, è che la generosità degli italiani pari a circa 718.322,40 euro è rimasta nelle tasche dei promotori delle raccolte fondi per la Sardegna”.
Il Codacons ha dunque chiesto alle Procure di accertare i fatti e di indagare per truffa, appropriazione indebita, falso, omesso controllo e vigilanza. “L’unica nota positiva – fa sapere l’associazione – arriva dal Comune di Torpè (Nu), che ha chiesto la partecipazione di un rappresentante dell’associazione alle operazioni per l’individuazione dei criteri sulla ripartizione dei fondi raccolti”.


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