I decreti sulle rinnovabili continuano a non avere vita tranquilla. Dalla Commissione europea è infatti arrivata una lettera di richiamo che critica il decreto del Ministero dello Sviluppo economico di riforma del sistema degli incentivi, sottolineando l’esigenza di semplificare i procedimenti amministrativi previsti. A rilanciare la notizia sono i senatori del Pd Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, che affermano: “Clamorosa, ma del tutto logica e condivisibile, la lettera di richiamo all’Italia con cui la Ue critica severamente il nuovo decreto del Ministero dello Sviluppo economico che riforma il sistema di incentivi per le energie rinnovabili. E’ una netta bocciatura, che non può che indurre il Governo a rivedere drasticamente l’impianto del decreto, a partire dal meccanismo dei ‘registri’.”
“L’Esecutivo comunitario – spiegano i senatori –  in una missiva dei servizi del commissario all’Energia, Guenter Oettinger,punta il dito verso le stesse criticità che erano state sollevate dal  Parlamento italiano, dalle associazioni ambientaliste e da quelle rappresentative del settore delle rinnovabili, nonché dalle stesse Regioni che sono attualmente impegnate nel confronto col governo in sede di conferenza unificata. L’Europa critica giustamente il meccanismo dei registri, con l’introduzione del quale anche per i piccoli impianti si rischia di affossare un intero settore industriale”. Per Ferrante e Della Seta va inoltre reintrodotto l’incentivo per la bonifica dell’amianto. Da qui la richiesta al Governo di lavorare con le Regioni per modificare il decreto e sfrondarlo dalla burocrazia.
“Per stare in Europa, non si possono affossare le energie pulite. L’invito di Bruxelles a rivedere da capo a fondo il nuovo decreto sulle energie rinnovabili è un chiaro avvertimento sulla necessità di non sacrificare le fonti rinnovabili e i meccanismi che le incentivano”. Così il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza in merito alla lettera di richiamo con cui la Commissione europea critica il nuovo decreto sulle rinnovabili del ministero dello Sviluppo economico. Il monito dell’Europa, prosegue il presidente di Legambiente, “rappresenta una vera e propria bocciatura su un terreno, quello delle politiche energetiche per contrastare i cambiamenti climatici e della semplificazione, che da anni rappresenta un cavallo di battaglia per l’Unione. Occorre rivedere subito l’impianto del decreto per dare una prospettiva di sviluppo a lungo termine alle fonti pulite e tagliare le emissioni di CO2, per dare certezza a un settore economico che è tra i pochissimi, già da anni, in controtendenza rispetto alla crisi economica ”.


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