L’acqua e l’insieme dei servizi ad essa correlati sono elementi fondamentali per la crescita economica, il benessere dei cittadini e la sostenibilità ambientale. Monitoraggi costanti e interventi puntuali sono essenziali per sviluppare strategie di gestione della risorsa adeguate, come promosso nei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU (Sustainable Development Goals – SDGs), in particolare nei Goals 6 (“Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico sanitarie”) e 14 (“Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine per uno sviluppo sostenibile”).

In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’ONU e celebrata ogni anno il 22 marzo, l’Istat fornisce un focus che presenta i risultati provenienti da diverse indagini ed elaborazioni, offrendo una lettura integrata del fenomeno con riferimento agli aspetti legati sia al territorio sia alla popolazione.

Il volume di acqua complessivamente prelevato per uso potabile dalle fonti di approvvigionamento presenti in Italia è di 9,49 miliardi di metri cubi nel 2015, pari a un volume giornaliero pro capite di 428 litri, il più alto nell’Unione europea. Tuttavia, poco meno della metà di tale volume (47,9%) non raggiunge gli utenti finali a causa delle dispersioni di rete.

L’erogazione giornaliera per uso potabile è quantificabile in 220 litri per abitante, 21 litri in meno rispetto al 2012.

Nel 2018 sono circa 24 milioni 800 mila (95,8% del totale) le famiglie che dichiarano di essere allacciate alla rete idrica comunale. A livello territoriale la quota più alta, 98,5%, è nel Nord-ovest mentre la più bassa si registra nelle Isole (93,1%). Il 4,2% delle famiglie dichiara invece una fonte di approvvigionamento diversa dalla rete comunale attraverso pozzi, sorgenti o altre fonti private.

Le famiglie allacciate alla rete idrica comunale che si ritengono molto soddisfatte del servizio offerto sono il 21,3%, quelle abbastanza soddisfatte il 63,3%. Il livello di soddisfazione complessivo varia sensibilmente sul territorio. Le famiglie molto o abbastanza soddisfatte sono nove su dieci al Nord, otto nel Centro e nel Sud e scendono a sette nelle Isole. Tuttavia vi sono aree geografiche del Paese in cui la quota di famiglie poco soddisfatte supera di gran lunga la percentuale di quelle molto soddisfatte. Gli scostamenti maggiori si registrano in Calabria (26,6% poco soddisfatte contro 9,6% molto soddisfatte), Sardegna (24,3% contro 8,8%) e Sicilia (22,7% contro 11,1%). Al Nord la soddisfazione più elevata per la fornitura di acqua nelle abitazioni

Le famiglie che non si fidano a bere l’acqua di rubinetto rappresentano ancora una quota considerevole, nonostante il grado di fiducia mostri un miglioramento progressivo ma altalenante. La percentuale passa dal 40,1% del 2002 al 29,0% del 2018, per un numero complessivo di famiglie pari a 7 milioni 500 mila. Notevoli le differenze territoriali: si passa dal 17,8% del Nord-est al 52,0% delle Isole, con la percentuale più elevata in Sicilia (53,3%), seguita da Sardegna (48,5%) e Calabria (45,2%).

Sono il 63% le famiglie in cui almeno un componente beve quotidianamente oltre un litro di acqua minerale. Il consumo più elevato si registra nelle Isole (69,0%), quello più basso al Sud (55,8%). Tra le regioni è l’Umbria a guidare la graduatoria (71,0%), per il Trentino-Alto Adige si registra il valore più basso (43,7%).

Nel 2017, considerando tutte le famiglie italiane, la spesa media mensile calcolata per il consumo di acqua minerale è pari a 11,94 euro, in aumento dell’11,1% rispetto al 2016.

 

Notizia pubblicata il 22/03/2019 ore 16.59


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)