La sugar tax non s’ha da fare (per ora) (Foto Pixabay)

La sugar tax non s’ha da fare (almeno per ora). C’è l’ennesimo rinvio per l’imposta sulle bevande zuccherate, prevista già nel 2020 e slittata di un altro anno. Dopo la nuova battaglia politica per il rinvio della tassazione, che doveva scattare a luglio di quest’anno, la sugar tax è stata rinviata al 1° luglio 2025. Si intesta la vittoria Forza Italia. Ad approvare il rinvio di un anno è stata la Commissione Finanze al Senato con una modifica al decreto Superbonus.

Sia la sugar che la plastic tax (anch’essa rinviata, a luglio 2026) sono state introdotte con la legge di Bilancio 2020 ma fino a oggi questa imposta è stata oggetto di continui rinvii. Forte inoltre la pressione da parte delle imprese produttrici e dei distributori, che hanno dato vita a una vera levata di scudi.

Solo qualche giorno fa Assobibe commentava in questo modo la previsione dell’entrata in vigore della sugar tax: “Le imprese del comparto, fatto per il 64% da PMI, che producono eccellenze del Made in Italy come aranciate, chinotti, cedrate, aperitivi analcolici, si troverebbero ad essere le uniche a pagare con un impatto di oltre 5.000 posti di lavoro, insieme ai cittadini che avrebbero un ulteriore aumento di prezzi che si aggiunge al peso generato dall’inflazione”.

Sugar tax, di cosa si tratta

Ma cosa è la sugar tax?

Si tratta di un’imposta sulle bevande zuccherate volta a ridurre il loro consumo, con l’obiettivo di contrastare l’obesità e i problemi di salute collegati all’eccessivo uso e consumo di zuccheri nell’alimentazione. Dovrebbe colpire diversi prodotti, bevande zuccherate, edulcorate, succhi di frutta con aggiunta di zuccheri, in modo da scoraggiare il consumo di questi prodotti e spingere i consumatori verso diete e opzioni alimentari più sane.

La sugar tax è prevista dalla legge di bilancio 2020, che introduce un’imposta sul consumo di bevande analcoliche edulcorate, prodotti finiti e predisposti al consumo previa diluizione. Sono prodotti “destinati al consumo alimentare umano, ottenuti con l’aggiunta di edulcoranti e aventi un titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2 per cento in volume (…) per edulcorante si intende qualsiasi sostanza, di origine naturale o sintetica, in grado di conferire sapore dolce alle bevande”.

L’imposta dovrebbe essere di euro 10,00 per ettolitro, per i prodotti finiti; di euro 0,25 per chilogrammo, per i prodotti predisposti ad essere utilizzati previa diluizione. Nel dibattito politico che ha preceduto il rinvio della sugar tax si è però proposta una sua riduzione a 5 euro per ettolitro per i prodotti finiti e a 0,13 euro per chilo per i prodotti diluiti.

 

Sugar tax, Corte Costituzionale: è legittima l’imposta sul consumo delle bevande edulcorate (Foto Pixabay)

 

Sugar tax, cosa ne pensano i Consumatori?

Di diverso orientamento la posizione dei consumatori sulla sugar tax.

Davanti alla previsione del rinvio, l’Unione Nazionale Consumatori si è schierata a favore di una tassazione sullo zucchero.

Spiega il presidente UNC Massimiliano Dona: «Basta rinvii! Abbiamo detto sempre sì alla tassa sulle bevande zuccherate, purché accompagnata da messaggi educativi. Troppi bambini, infatti, consumano quotidianamente dolci e bevande gassate. Il vero problema è che il Governo non deve limitarsi a mettere la tassa, solo per fare cassa, ma deve svolgere un’azione educativa sui corretti stili e comportamenti alimentari, ad esempio attraverso un bollino da mettere sulle confezioni dei prodotti tassati, così da stimolare anche le aziende a mettere in commercio prodotti sempre più salutari»

Di diverso avviso il Codacons, per il quale la sugar tax si risolve in un “balzello ipocrita e discriminatorio che rischia di determinare un rincaro dei prezzi al dettaglio senza alcun beneficio sul fronte della salute pubblica”.

Il Codacons teme che una tassazione di questo tipo finisca per causare il rincaro dei listini. «Questo perché – dice il presidente dell’associazione Carlo Rienzi – le imprese colpite dalla nuova tassa finirebbero inevitabilmente per scaricare i maggiori costi sui consumatori finali, attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio. Una tassa ipocrita che creerà pesanti discriminazioni nel comparto alimentare, in quanto varrà solo su pochi beni e non su tutti gli alimenti pericolosi per la salute umana, e che non lancia alcun messaggio educativo, dal momento che il suo unico scopo è quello di fare cassa sulla pelle dei consumatori».

Il Movimento difesa del cittadino, invece, “è contrario al rinvio di un anno dell’entrata in vigore della sugar tax perché le bevande zuccherate pongono un problema di tutela della salute dei minori”. Al pari di altri Paesi dell’Unione Europea e sulla base delle direttive dell’Ue, “bisogna penalizzare il consumo delle bevande zuccherate, che hanno un impatto sullo sviluppo di alcune patologie, come il diabete”, spiega l’associazione.

In ogni caso la sugar tax – legittima secondo la Corte costituzionale, che richiama l’invito dell’Organizzazione mondiale della Sanità – si è fermata di nuovo. Facile prevedere che se ne riparlerà al prossimo giro.


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