Teleriscaldamento, Antitrust multa Hera e ComoCalor per prezzi eccessivi (Foto Pixabay)

Prezzi iniqui, eccessivi e ingiustificati nel teleriscaldamento. Questa la motivazione con la quale l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha deciso sanzioni per oltre 2 milioni di euro totali a Hera e ComoCalor. Sotto la lente dell’Autorità sono finite le reti di Ferrara (gestita da Hera S.p.A.) e quella di Como (gestita da ComoCalor S.p.A.). Nessuna violazione è stata invece riscontrata nelle reti di Parma e Piacenza, gestite da Iren Energia S.p.A.

Nel dettaglio l’Antitrust ha sanzionato Hera per per 1.984.736 euro e ComoCalor per 286.600 euro per l’applicazione di prezzi eccessivamente gravosi nel settore del teleriscaldamento.

Teleriscaldamento, Antitrust: “Prezzi iniqui ed eccessivi rispetto ai costi”

Tra maggio e giugno 2023, spiega una nota, l’Antitrust aveva avviato tre procedimenti, riguardanti le reti di Ferrara (gestita da Hera), di Como (gestita da ComoCalor) e di Parma e Piacenza (gestite da Iren Energia) in cui buona parte del calore proviene da fonti diverse dal gas naturale (da combustione di rifiuti a Como, da combustione di rifiuti e da energia geotermica a Ferrara).

L’Autorità intendeva verificare se e in quale misura le tre società avessero trasferito sugli utenti delle reti di teleriscaldamento un onere eccessivo e ingiustificato, tra il 2021 e 2022, quando si era verificato un aumento dei prezzi del gas naturale. In particolare, si voleva capire se Hera, ComoCalor e Iren fossero o meno intervenute con correttivi adeguati sulle formule per determinare il prezzo del calore, basate sul “costo evitato” del riscaldamento a gas.

Alla fine di complesse istruttorie, l’Autorità ha riscontrato l’applicazione di prezzi “ingiustificatamente gravosi” nelle reti di Ferrara e di Como nel 2022 e ha irrogato una sanzione di 1.984.736 euro nei confronti di Hera S.p.A. e di 286.600 euro nei confronti di ComoCalor.

Secondo l’Antitrust, le due società “hanno impedito ai consumatori di beneficiare dell’uso di fonti rinnovabili disponibili a costi contenuti per produrre un bene essenziale come il calore e hanno imposto prezzi iniqui ed eccessivi rispetto ai costi (comprensivi di un equo rendimento sul capitale investito)”.

L’Autorità non ha riscontrato invece violazioni nelle reti di Parma e Piacenza, gestite da Iren.


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