Telemarketing selvaggio, Antitrust: fermare il fenomeno, salvaguardare i consumatori
Salvaguardare la scelta dei consumatori di non essere bersaglio del telemarketing aggressivo e applicare sanzioni deterrenti: oggi il presidente Antitrust in audizione alla Camera ha affrontato le criticità del passaggio al mercato libero dell’energia elettrica
Salvaguardare la scelta dei consumatori di non essere bersaglio del telemarketing aggressivo, applicare “sanzioni pecuniarie davvero deterrenti”, e divieto di contattare i consumatori che non abbiano dato il loro consenso. Contro il telemarketing aggressivo si è pronunciato oggi il presidente dell’Autorità Antitrust Roberto Rustichelli, in audizione in Commissione Attività produttive alla Camera sulle criticità del passaggio dal mercato tutelato al mercato libero dell’energia elettrica.
Telemarketing aggressivo e diritti dei consumatori
Fra gli argomenti affrontati dal presidente Antitrust c’è quello del telemarketing aggressivo, spesso al centro delle denunce dei consumatori. Rustichelli ha spiegato che «in una fase di passaggio obbligato di milioni di utenti dal mercato tutelato al mercato libero, lo sfruttamento del canale telefonico si è intensificato ed ha assunto spesso carattere di aggressività».
Per concludere i contratti di energia via teleselling opera sul mercato, ha spiegato, una rete di agenzie di call center che promuovono i servizi energetici «con modalità tutt’altro che rispettose dei diritti dei consumatori».
Ne conseguono telefonate ripetute, spesso moleste, che promuovono l’adesione alle offerte sulla base di «informazioni non trasparenti e ingannevoli, allo scopo di indurre i consumatori alla conclusione del contratto».
L’Antitrust ha già chiesto un intervento del legislatore per contrastare il telemarketing selvaggio e ricorda che, nonostante la riforma del Registro pubblico delle opposizioni che voleva limitare questo fenomeno, «i risultati ottenuti sono stati del tutto insoddisfacenti».
«A tale riguardo, l’esperienza dell’Autorità – ha spiegato il presidente Antitrust – suggerisce che i sistemi che prevedono la scelta esplicita e preventiva di un servizio (cosiddetti opt-in), piuttosto che un meccanismo che ne consenta il rifiuto (opt-out), assicurano una più efficace tutela dei consumatori. In tale ottica, si ritiene auspicabile un intervento normativo più incisivo, che valga ad arginare il fenomeno e a salvaguardare la scelta dei consumatori di non essere bersaglio di sollecitazioni indesiderate. In particolare, dovrebbe essere presidiato, tramite l’applicazione di sanzioni pecuniarie davvero deterrenti, il divieto di contattare telefonicamente, a fini commerciali, i consumatori che non vi abbiano previamente ed esplicitamente consentito chiedendo l’inclusione nell’apposito registro pubblico».
I Consumatori: stop al telemarketing selvaggio
Sono parole apprezzate dalle associazioni dei consumatori.
«Giuste proposte che avanziamo da anni – ha commentato il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona – Non per niente abbiamo appoggiato la proposta di legge del Pd di tornare al sistema dell’opt in, ossia al regime valido fino al 2009 che proibiva di telefonare a qualcuno se non aveva dato prima il suo espresso consenso ad essere chiamato. Servono anche sanzioni punitive, ma non basta. Bisogna che sia considerata scorretta la pratica di chiamare chi è iscritto al Registro delle opposizioni. Inoltre, in materia di energia non basta l’inversione da opt-out a opt-in, ma è necessario sospendere temporaneamente il telemarketing e il teleselling togliendo valore ai contratti fatti per telefono».
Per il Movimento Difesa del Cittadino, le parole dell’Antitrust “confermano le gravi problematiche che il MDC ha ripetutamente denunciato negli ultimi mesi riguardo alla liberalizzazione del mercato dell’energia elettrica e del gas”.
Per l’associazione è urgente intervenire contro il teleselling selvaggio.
Spiega Francesco Luongo, esperto dell’associazione: «È imprescindibile agire con tempestività per arginare le pratiche aggressive di teleselling che stanno imperversando senza controllo. Occorre adottare misure severe per proteggere i cittadini e garantire che le loro scelte siano informate e consapevoli».
L’associazione sostiene inoltre la necessità di prorogare la fine del servizio di tutela e di applicare un regime di tutela graduale. «Prolungare la scadenza prevista dal primo luglio al 31 dicembre prossimo è fondamentale per consentire una transizione più sicura e meno traumatica per i consumatori – continua Luongo – Solo attraverso un processo graduale si potrà evitare che milioni di famiglie si trovino improvvisamente esposte alle fluttuazioni del mercato senza adeguate tutele».