Crisi energetica, italiani molto preoccupati, il 55% punta alla transizione energetica

Crisi energetica, italiani molto preoccupati, riducono luce, elettrodomestici e riscaldamento

Gli italiani sono sempre più preoccupati e destabilizzati per la crisi energetica. Il 55% pensa sia necessario accelerare la transizione verso fonti rinnovabili. Contro il caro bollette, le scelte fatte dalla maggioranza sono minor utilizzo di elettrodomestici, luce e riscaldamento. Indagine Ipsos su “Gli italiani e l’energia”

Gli italiani sono sempre più preoccupati per la crisi energetica e per l’aumento dei costi dell’energia e dei carburanti. La crisi energetica li ha destabilizzati: due su tre dichiarano di essere molto preoccupati, soprattutto per l’impatto che questa crisi potrebbe avere sulle spese di tutti i giorni e sulla situazione economica della famiglia. Una su 3 è decisamente preoccupata. Il 41% teme le ripercussioni sulla spesa quotidiana, il 32% teme che sia preludio di una crisi economica generale, il 19% ha paura di non riuscire a pagare le bollette e le utenze.

Gli italiani e l’energia” è l’indagine fatta da Ipsos per Legambiente, Nuova Ecologia e Kyoto Club e presentata oggi al XV Forum QualEnergia.

 

Gli italiani e l’energia, Ipsos novembre 2022

 

Gli italiani e la crisi energetica

Tra le cause maggiori della situazione vengono citate la speculazione e le crisi internazionali che hanno messo in luce la scarsa indipendenza dell’Europa dai Paesi produttori, ma grave appare la miopia di chi ha ritardato la transizione energetica. Solo 1 italiano su 5 avanza dubbi verso la transizione energetica.

Per gli italiani risulta sempre più urgente accelerare la transizione alle energie rinnovabili. Per contrastare il caro bollette, oltre la metà degli italiani (55%) pensa che sia necessario accelerare verso la transizione energetica e solo il 12% propone di abbandonare la corsa e puntare su fossili e nucleare. Nonostante l’Italia sia in linea con la media europea, aumenta poi la percezione che sia rimasta indietro rispetto agli altri paesi della Ue riguardo alle rinnovabili: lo pensa il 54% degli italiani.

 

Gli italiani e l’energia, Ipsos novembre 2022

 

Cosa si fa contro il caro bollette

Il caro bollette è secondo gli italiani intervistati imputabile principalmente alla speculazione delle aziende energetiche e della finanza, alle crisi internazionali che hanno messo in luce la scarsa indipendenza dell’Europa dai Paesi produttori e ai ritardi nelle rinnovabili. Per contrastare l’aumento dei costi, gli italiani stanno cercando di ridurre i propri consumi energetici.

Si tratta di una strategia che si traduce principalmente in una riduzione dell’uso degli elettrodomestici, del riscaldamento, dell’illuminazione e del consumo di energia (la scelta di maggioranza), e in misura minore nella ricerca di diversi fornitori, nella sostituzione di lampadine e infissi e nella dotazione di strumenti di auto-produzione come i pannelli solari – c’è da rilevare che questa soluzioni prevedono un investimento di risorse iniziale che non tutti hanno a disposizione.

Il 60% degli italiani pensa di contrastare il caro bollette con un minor utilizzo di elettrodomestici, luce e riscaldamento mentre le altre soluzioni riguardano meno di un quarto della popolazione.

Altro elemento che viene dall’indagine sugli italiani e l’energia: la conoscenza delle energie rinnovabili si conferma ampia ma stabile rispetto allo scorso anno e circa il 60% degli intervistati dice di avere un buon livello di conoscenza del tema.

Crisi energetica, puntare sulle rinnovabili

«I risultati dell’indagine – ha dichiarato il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti – se da un lato ci offrono una fotografia nitida della situazione di preoccupazione vissuta da cittadini, famiglie e imprese, dall’altro ci dimostrano di quanto sia in una fase matura la consapevolezza che l’unica strada da percorrere, per contrastare la crisi energetica, sia quella della transizione energetica verso le rinnovabili. Non lascia dubbi il sondaggio: solo 1 italiano su 5 avanza dubbi sul tema della transazione energetica. È il momento di superare ogni forma di ricatto energetico e di dipendenza dalle fonti fossili e che l’Italia del sole e del vento velocizzi la transizione verso le rinnovabili decuplicandone la velocità di sviluppo, spingendo sull’autoproduzione energetica, semplificando gli iter autorizzativi, aggiornando la normativa e mettendo al centro i territori».

Per Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, «colpisce il fatto che la maggior parte dei cittadini (54%) pensi che l’Italia sia rimasta indietro rispetto ad altri Paesi Europei sulle energie rinnovabili. Era il 47% nel 2021. È il risultato dell’onda lunga di scarso impegno sulle rinnovabili a partire dal 2014. Quest’anno iniziano però ad esserci risultati interessanti (oltre il triplo rispetto agli anni scorsi) e dal 2023 in poi si assisterà ad un boom che si rifletterà anche sulla percezione degli italiani».


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