Arera e Guardia di Finanza, nel 2024/2025 controlli sui call center dell’energia (Foto Pixabay)

Controlli sui venditori di energia per garantire che i bonus sociali arrivino alle famiglie in condizioni di disagio e, per il 2024 e 2025, controlli sulle attività dei call center sul mercato libero di energia. È il bilancio, e il programma, della collaborazione fra Guardia di Finanza e Arera (Autorità per energia, reti e ambiente). Nel 2023 sono stati fatti accertamenti su tariffe, incentivi e qualità e sono state vagliate oltre 3 mila imprese energivore. Le attività di controllo saranno ora intensificate per vigilare sui venditori di energia e gas a vantaggio dei consumatori e per garantire la correttezza dei comportamenti e delle informazioni contrattuali.

Guardia di Finanza e Arera, previsti controlli su call center e bonus sociali

Nel quadro della collaborazione che da vent’anni intercorre fra Guardia di Finanza e Arera, informa una nota congiunta, è stato tracciato un bilancio delle attività già svolte e sono state condivise le linee programmatiche da sviluppare nei prossimi mesi, che si tradurranno in controlli da condurre – in particolare sui call-center dei venditori e per la effettiva erogazione dei bonus sociali – a cura degli Ispettori dell’Autorità e del Nucleo Speciale Beni e Servizi, Reparto che opera alle dirette dipendenze del Comando Unità Speciali del Corpo.

Nel 2023 Guardia di finanza e Arera “hanno rafforzato l’attenzione sulla tutela dei consumatori e, considerando la fase di transizione verso la completa liberalizzazione dei settori di vendita di energia e gas in un contesto caratterizzato da alti prezzi, hanno posto particolare enfasi sul rispetto delle nuove regole introdotte per i clienti vulnerabili – prosegue la nota – A tal fine, sono stati avviati e proseguiranno controlli sui venditori di energia, per garantire che i bonus, introdotti per alleviare il peso delle bollette siano, effettivamente erogati alle famiglie in condizioni di disagio economico”.

Attraverso le competenze delle Fiamme Gialle, l’Autorità ha proseguito inoltre i controlli per assicurare la sicurezza del servizio del gas e la qualità (e la continuità) del servizio elettrico. “Si tratta di sforzi indispensabili per assicurare forniture affidabili e di elevato standard, che hanno portato da un lato a riscontrare criticità in materia di sicurezza gas (soprattutto tra i distributori di piccole dimensioni) e dall’altro a confermare la corretta gestione della rete di trasmissione elettrica nazionale, con particolare riguardo alla registrazione delle interruzioni con disalimentazione degli utenti”.

Nei prossimi due anni il focus sarà sui call center. Per il 2024 e il 2025, anche sulla base delle segnalazioni dei consumatori e delle associazioni che lamentano comportamenti non corretti di alcuni operatori di mercato o loro delegati nella stipula dei contratti telefonici, “sono stati pianificati controlli sulle attività dei call center gestiti dai venditori del mercato libero con l’obiettivo di assicurare la correttezza e la trasparenza delle informazioni fornite, a tutela degli interessi dei clienti finali e a garanzia di un ambiente concorrenziale sano ed equo”.

UNC: sui call center intervengano tutte le Authority

«Da tempo chiediamo che sulle telefonate dei call center si intervenga non solo rispetto alla violazione della privacy. Da anni chiediamo, ad esempio, che sia per legge considerata una pratica commerciale scorretta quella di chiamare chi è iscritto al Registro delle opposizioni, così che possa intervenire anche l’Antitrust a supporto del Garante della Privacy – commenta a stretto giro Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Tutte le Authority, da Arera all’Autorità delle comunicazioni, è bene che intervengano sui call center nella materia di loro competenza. Oramai una sola Authority non è più oggettivamente in grado di arginare il fenomeno, facendo i controlli e sanzionando i trasgressori, visto il numero di milioni di chiamate che quotidianamente ricevono i consumatori. Per questo urge anche un giro di vite del legislatore che, in materia di luce e gas, le materie più critiche, tolga valore ai contratti fatti al telefono e che ripristini per tutti il sistema dell’opt in, ossia il regime valido fino al 2009 che proibiva di telefonare a qualcuno se non aveva dato prima il suo espresso consenso ad essere chiamato, ossia l’opposto di quanto accade ora».


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