Antitrust: per uscire dalla crisi bisogna semplificare l’amministrazione
Per uscire dalla crisi e stimolare la ripresa dell’economia l’Italia deve liberarsi dei pesanti oneri burocratici e impegnarsi in un processo di semplificazione delle procedure amministrative: è stato stimato che se l’inefficienza della pubblica amministrazione diminuisse dell’1%, si avrebbe un aumento dello 0,9% del Pil procapite. È quanto si legge nell’audizione del Presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella in merito all’Indagine conoscitiva sulla semplificazione legislativa ed amministrativa, presentata alla Commissione parlamentare per la semplificazione.
“Un’amministrazione pubblica efficiente e una regolazione semplice e trasparente costituiscono una pre-condizione essenziale per lo sviluppo competitivo dell’economia italiana in termini d’innovazione e di crescita – afferma l’Antitrust – Se nuove imprese entrano sul mercato, si creano nuovi posti di lavoro e si sviluppano prodotti innovativi. Tutto ciò accresce il benessere collettivo sia sotto il profilo economico che sociale. È stato stimato che una diminuzione dell’1% dell’inefficienza della pubblica amministrazione comporterebbe un incremento dello 0,9% del livello del PIL pro-capite”.
In Italia c’è ancora molto da fare per migliorare la situazione: il rapporto Doing Business 2014 della Banca Mondiale colloca l’Italia al 65° posto nella classifica dei Paesi in cui è più facile fare attività d’impresa, mostrando come ci sia ancora molto da fare per migliorare l’assetto esistente. L’Antitrust fa una serie di esempi che rendono bene l’idea: “Un imprenditore italiano impiega 269 ore per pagare le tasse e la tassazione incide in misura pari al 65,8% sul suo profitto, contro il 34% della Nuova Zelanda e della Gran Bretagna, il 39% dell’Olanda e della Finlandia e il 46% della Germania. L’alto livello di tassazione colloca l’Italia al 138° posto nella classifica mondiale relativa a tale parametro, con un peggioramento di 3 posizioni rispetto al 2013. Per ottenere l’allacciamento all’elettricità in Italia si devono attendere più di 4 mesi (124 giorni), a fronte di 2 settimane in Germania, 3 a Singapore e 2 mesi in Francia. Se, poi, è necessario un permesso edilizio la situazione si complica notevolmente: 11 sono le procedure da attivare, più di 7 i mesi da attendere, con un costo pari al 186,4% del reddito pro capite nazionale lordo”.
Per attuare una semplificazione che migliori questo contesto, la chiave di volta è rappresentata dalla concorrenza. “La concorrenza – spiega l’Antitrust – è lo strumento a costo zero su cui bisogna investire per uscire da un’economia stagnante e per procedere alla rimozione di tutti quei vincoli di natura amministrativa e normativa che ingessano i mercati rendendo più difficile e oneroso l’esercizio della libertà d’iniziativa economica, creando barriere all’entrata e all’uscita, discriminando e aumentando i costi”.