acqua

Nei servizi idrici gli abusi ai danni dei cittadini hanno superato la soglia di guardia. Senza contare il caos normativo sul quale l’Autorità per l’energia elettrica e il gas è chiamata a intervenire, dopo che le sono state attribuite le funzioni di regolazione e controllo sull’acqua.  “Se nell’energia elettrica e gas esistono delle dinamiche di mercato e degli standard di qualità che tutelano il consumatore, il servizio idrico rappresenta il settore in cui i cittadini subiscono le maggiori vessazioni senza alcuna tutela”: è la denuncia e la premessa riportata ieri dal Movimento Difesa del Cittadino durante la prima Conferenza nazionale sulla regolazione delle risorse idriche,  tenutasi a Milano e organizzata dall’Autorità dell’energia che ora ha le competenze anche sull’acqua.
Nel corso della Conferenza sono state sottolineate le criticità del sistema idrico italiano, la necessità di investimenti stimati in 65 miliardi di euro in 30 anni, e annunciato un nuovo sistema tariffario che tenga conto degli esiti del referendum del 2011 e che rispetti una serie di principi, fra i quali quelli di garantire che gli utenti non sostengano oneri impropri, di assicurare meccanismi di salvaguardia per le utenze disagiate, di collegare le tariffe con la qualità del servizio.
La premessa da cui parte Francesco Luongo, Segretario nazionale e responsabile del Dipartimento servizi a rete dell’associazione, è che “la situazione degli utenti dell’acqua è ormai critica, stretti tra oltre 700 gestori e 92 Ato ed una selva inestricabile di norme che vanno dai Regolamenti Comunali, ai Piani d’ambito, ai contratti di servizio nonché alle leggi regionali e al Testo Unico Ambientale”.
Il cittadino, in questo caos, fa fatica a orientarsi, e per questo MDC chiede all’Autorità di intervenire con fermezza per ripristinare l’ordine su una serie di questioni che riguardano determinazione della tariffa e aspetti legati alla qualità dei servizi e alla fatturazione, fra i quali – sottolinea l’associazione – affidamenti della gestione poco trasparenti da parte degli Ato, piani d’ambito e contratti di servizio privi di riferimenti specifici, qualità del servizio, carte dei servizi inesistenti o “fai da te” e tutti i disagi e i problemi che riguardano allacciamenti, lettura dei misuratori e fatturazione con l’addebito di oneri impropri.
MDC ha denunciato inoltre all’Autorità la violazione delle norme sulla depurazione (Legge 13/09 e D.M. 30.09.09) e la mancata restituzione degli importi indebitamente fatti pagare ai cittadini non serviti da impianti su cui la stragrande maggioranza degli Ato non ha ancora provveduto. In tema di tariffe l’associazione chiede che venga inserita una quota da destinarsi alle fasce deboli e che venga rispettata la volontà espressa dal referendum sull’acqua, con l’inapplicabilità del balzello del 7% della “remunerazione del capitale” al cui reinserimento, anche in altra forma, è decisa a opporsi, se necessario, anche in sede giudiziaria.


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