Ormai ci siamo: mancano tre giorni alla vigilia di Natale e, che tu lo voglia o no, devi essere felice, sorridente e prepararti a sedere a tavola accanto a quel parente che non vedi da un anno che ti sommergerà di domande (sempre le stesse) a cui proprio non hai voglia di rispondere. Eh si, perché anche quest’anno arrivi a Natale “impreparato”. Cioè, i regali li hai comprati per tutti, hai preparato il dolce che piace a nonna e le lasagne che piacciano allo zio ma… in dodici mesi non hai trovato un fidanzato, non ti sei sposato, non hai messo al mondo un bambino, non hai trovato il posto fisso, non sei diventato CEO di una multinazionale e non sei neanche andato nello spazio con AstroPaolo. Ti sarebbe anche piaciuto fare tutto questo nel corso del 2017 ma, non essendo la Ferragni&Fedez Corporation, ti è risultato un po’ complicato raggiungere questi obiettivi.

Così, mentre fai il bilancio della tua vita normale, durante la quale sei già soddisfatto di non aver totalmente sprecato l’abbonamento in palestra, ti prende una strana malinconia che tinge tutto di blu.

Eccola qui: la tristezza del Natale, o se preferisci dirla “all’inglese”, il Christmas Blues.

Contrariamente a quanto si pensa, le feste sono un momento difficile per molte persone, gli obblighi familiari e sociali aumentano, e non sempre è facile gestirli. Secondo il National Institute of Health le festività natalizie rappresentano un periodo dell’anno caratterizzato da una elevata incidenza di depressione.

È un periodo che tradizionalmente si passa in famiglia. La televisione, i giornali, i social, enfatizzano le relazioni famigliari e sociali, che molti desiderano ma non hanno, oppure che hanno ma preferirebbero evitare”, spiega lo psicoterapeuta Giovanni Porta.

Oltre alla gioia il Natale e le feste portano con sé anche la fatica. Chi è malato oltre alla gestione della quotidianità deve sobbarcarsi anche la preparazione delle feste. La fine dell’anno si avvicina e con esso, oltre agli oroscopi, anche i bilanci di cosa siamo riusciti a realizzare, e, certamente, non ci saranno solo cose positive. Il confronto con gli altri, soprattutto per le persone insicure, può risultare schiacciante”.

Ok, niente panico. Eccovi un “breviario di sopravvivenza” per affrontare al meglio le feste natalizie. La parola d’ordine è “resistere” che si traduce nella capacità di adattarsi alle situazioni e ai momenti.

Punto numero 1: prova a concentrarti sull’affetto delle persone che ti stanno accanto. A Natale gli obblighi familiari e sociali fioccano. Ma Natale, in fondo, è la festa nella quale si celebrano, tramite lo scambio di regali, i legami più importanti della nostra vita. È un momento in cui poter dimostrare l’affetto che si prova verso alcune persone. Gli esperti quindi consigliano di focalizzarsi sull’affetto, sul calore, sulla sicurezza, e non solo su obblighi e costrizioni.

Punto numero 2 (secondo me fondamentale): non ti diverti? diventa propositivo. In termini psicologici, la noia si verifica quando una persona non fa ciò di cui avrebbe voglia. Ti annoi a morte e il cenone dura altre 7 ore? Allora proponi qualcosa: un gioco, un’attività, una passeggiata, porta fuori il cane, vai a vedere la macchina nuova di un tuo parente. Insomma, crea movimento, la stasi è la fine! Ricorda che la noia è contagiosa e quindi, se tu ti stai annoiando, probabilmente anche le persone intorno a te stanno provando la stessa cosa. Alleati con loro, invece di vederle come indegni colpevoli del tuo annoiarti, e cercate di creare insieme una situazione interessante.

Punto numero 3 (questo richiede un po’ di sforzo ma può risultare molto efficace): allena l’ironia. A domande scomode tipo “Come va il lavoro?”, “Ce l’hai il fidanzato/la fidanzata?”, “Quando ti sposi?”, “Quando ci fai un bel nipotino?”, un modo per uscirne senza esporsi troppo né sembrare scortesi esiste. Ecco qualche esempio.“Hai la fidanzata?” “Preferisco averne sempre almeno due”; “Come va il lavoro?” “Bene, come la nazionale di calcio”; “Quando ti sposi?” “Me lo chiedi tutti gli anni ma non perdere le speranze!”; “Quando ci fai un bel nipotino?” “Presto, nel giro di non più di un decennio”.

Punto numero 4: trasforma l’invidia in motivazione. Natale è un periodo dell’anno che evidenzia chiaramente la situazione socio-economica che una persona sta vivendo: il tipo di regali che ci si può o meno permettere, i vestiti indossati, il modo in cui si trascorrono le vacanze sono tutti indicatori del proprio tenore di vita. Vedere qualcuno con possibilità maggiori delle proprie è certamente non facile, ma avere a che fare con la propria invidia non è necessariamente un male. Lo diventa se ci iniziamo a svalutare, a sentirci inferiori e mediocri. Molto più produttivo è fare un elenco delle cose che si invidiano, e provare durante l’anno a raggiungerle, quando possibile. Quando è impossibile, ricorda che le cose più importanti della vita non si possono comprare, e che – se riempi la tua vita di beni immateriali quali amore, amici, interessi – puoi sentirti comunque ricco.

Punto numero 5: scegli con cura i regali. Non importa che siano doni faraonici o piccoli pensieri: sceglili con cura. Farà piacere a chi li riceve vedere che gli oggetti che doni sono frutto di un attento e personalizzato pensiero. Facendo bella figura coi regali, la tua autostima potrà reggere con un po’ più di facilità le domande scomode e le eventuali invidie.

Punto numero 6 (in questo sono avvantaggiata per via delle mie origini “terrone”): cerca di apprezzare il buon cibo. Sarà che penso spesso e volentieri a mangiare, ma uno degli elementi che mi mette di buonumore pensando al Natale è la possibilità di gustare delle prelibatezze che durante l’anno difficilmente mi concedo. Mi raccomando: arriva a tavola affamato/a e gusta ciò che mangi, spesso si tratta di veri manicaretti.


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