Fari dell’Antitrust europeo puntati sull’operazione Wind+H3G: la Commissione Ue ha avviato un’indagine approfondita per valutare se la proposta di joint venture è in linea con il regolamento UE sulle concentrazioni. Bruxelles teme che l’operazione possa causare un aumento dei prezzi e una diminuzione di offerta e innovazione per gli utenti di telefonia mobile in Italia. “Accolta finalmente la nostra richiesta – commenta l’UNC – E’ evidente che queste nozze vanno nella direzione opposta rispetto a quello che necessiterebbe il settore della telefonia, ossia aumentare i soggetti in campo ed in competizione”.
La Commissaria per la Concorrenza Margrethe Vestager ha dichiarato: “I servizi di telefonia mobile hanno sempre più peso nella nostra vita quotidiana. Non usiamo i telefonini solo per comunicare con amici e familiari, ma anche per leggere le notizie, fare acquisti online o controllare gli orari del treno. Dobbiamo accertarci che l’operazione proposta non comporti un aumento dei prezzi o un restringimento dell’offerta dei servizi mobili per i consumatori italiani”.

L’operazione prevede la fusione di WIND, controllata di VimpelCom, e di H3G, controllata di Hutchison, che sono rispettivamente il terzo e il quarto operatore sul mercato italiano per la fornitura di servizi di telecomunicazioni mobili al dettaglio. Con la concentrazione il numero di operatori di rete mobile (MNO) in Italia passerebbe da 4 a 3, creando il più grande operatore mobile per numero di clienti, seguito da due operatori di rete mobile di portata analoga, ovvero TIM e Vodafone.
Dall’indagine preliminare di mercato svolta dalla Commissione sono emerse le seguenti principali preoccupazioni:

  • In primo luogo, H3G e WIND sono attualmente concorrenti sul mercato italiano per la fornitura di servizi di telecomunicazioni mobili al dettaglio. La Commissione teme che l’operazione elimini due forze competitive importanti e che la joint venture non avrebbe abbastanza incentivi a esercitare una pressione concorrenziale significativa sugli altri concorrenti, con un conseguente aumento dei prezzi e un calo degli investimenti nelle reti di telecomunicazioni mobili.
  • In secondo luogo, l’operazione ridurrebbe il numero di MNO che “ospitano” operatori virtuali di rete mobile (“MVNO”).Gli MVNO offrono servizi di telecomunicazioni mobili agli utenti finali sfruttando l’accesso alla rete fisica degli MNO. Gli MVNO attuali e potenziali avrebbero una scelta ridotta di reti host e quindi un minore potere per negoziare condizioni favorevoli di accesso all’ingrosso.
  • In terzo luogo, la riduzione del numero di concorrenti in seguito alla concentrazione rischia di ridurre la pressione concorrenziale e di aumentare la probabilità che gli MNO coordinino il loro comportamento concorrenziale e aumentino i prezzi sui mercati al dettaglio e all’ingrosso in modo duraturo.

La Commissione intende effettuare un’indagine approfondita per stabilire se le sue preoccupazioni sono fondate. La Commissione valuterà in particolar modo la misura in cui le parti sono in stretta concorrenza tra loro, gli incentivi della joint venture a competere sul mercato e la potenziale reazione dei concorrenti. 
 
Sul mercato italiano per la fornitura di servizi di telecomunicazioni mobili al dettaglio sono attivi solo due altri MNO, TIM e Vodafone. Oltre a questi quattro operatori di rete mobile, sul mercato sono presenti diversi operatori virtuali di rete mobile quali Fastweb e PosteMobile.

“Bene, accolta finalmente la nostra richiesta. E’ dal 6 agosto 2015, appena annunciata l’operazione, che abbiamo chiesto lumi sia all’Antitrust italiano che a quello europeo. E’ evidente che queste nozze vanno nella direzione opposta rispetto a quello che necessiterebbe il settore della telefonia, ossia aumentare i soggetti in campo ed in competizione” ha dichiarato Massimiliano Dona, Segretario dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Il rischio di un possibile aumento dei prezzi per i consumatori, determinato da una diminuzione dell’offerta, è oggettivo” ha concluso Dona.
 


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