Più tutele per i whistleblower europei. Grazie all’approvazione della direttiva da parte del Parlamento europeo, votata oggi con una maggioranza di 591 voti, chi denuncia illeciti sul posto di lavoro potrà godere di maggiore sicurezza e riservatezza delle informazioni divulgate. Scandali come LuxLeaks o Panama Papers hanno dimostrato quanto siano importanti le rivelazioni degli informatori per individuare e prevenire le violazioni del diritto UE che recano danno all’interesse pubblico e al benessere della società. Secondo uno studio del 2017 effettuato per conto della Commissione, la perdita di benefici potenziali dovuta alla mancanza di tutela degli informatori, solo nel settore degli appalti pubblici, si situa tra i 5,8 e i 9,6 miliardi di euro all’anno per l’UE nel suo complesso.

Attualmente, solo 10 Paesi dell’UE (Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Svezia e Regno Unito) offrono una protezione giuridica completa. Negli altri Paesi, la protezione è solo parziale o si applica a specifici settori o categorie di lavoratori.

Per garantire la sicurezza dei potenziali informatori e la riservatezza delle informazioni divulgate, le nuove norme consentiranno di comunicare le segnalazioni: all’interno dell’ente interessato (come un’azienda), direttamente alle autorità nazionali competenti, nonché agli organi e le agenzie competenti dell’UE. Pertanto, tali canali di comunicazione dovranno essere creati sia dalle aziende sia dalle autorità nazionali.

Nei casi in cui non siano state adottate delle misure adeguate in risposta alla segnalazione iniziale di un whistleblower, o qualora si ritenga che vi sia un pericolo imminente per l’interesse pubblico o un rischio di ritorsione, l’informatore sarà comunque protetto in caso decidesse di divulgare pubblicamente le informazioni, senza passare attraverso questi canali (cfr. più sotto).

La legge vieta esplicitamente le rappresaglie e introduce delle salvaguardie, per evitare che chi denuncia sia sospeso, declassato e intimidito o che si trovi ad affrontare altre forme di ritorsione. Saranno tutelati anche coloro che assistono gli informatori, come i facilitatori, i colleghi e i parenti.

Gli Stati membri dovranno garantire che gli informatori abbiano accesso gratuito a informazioni e consulenze complete e indipendenti sulle procedure e sui mezzi di ricorso disponibili, nonché all’assistenza legale nel corso del procedimento. Durante i procedimenti giudiziari, gli informatori potranno ricevere sostegno finanziario e psicologico.

I prossimi due anni saranno cruciali per la trasposizione delle nuove norme nel nostro Paese”, dichiara Giorgio Fraschini, esperto di whistleblowing di Transparency International Italia. “In Italia abbiamo già una buona base di partenza e speriamo che il nostro Governo non faccia un copia e incolla del testo adottato dall’Unione Europea ma adatti le nuove previsioni alle esigenze della realtà italiana, con particolare attenzione alla tutela della riservatezza dei segnalanti e agli oneri a carico degli enti”.


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