TopNews / Selfie e pubblicità, intervista a Dona (UNC): basta messaggi nascosti
Nella società dei social digitale, la parola d’ordine è ormai “Apparire”. Social network e smartphone hanno dato un concreto aiuto a chi ha bisogno di iniettarsi un po’ di autostima via web. Lo abbiamo capito noi, poveri mortali, figuriamoci se la cosa sarebbe passata inosservata anche a chi della propria immagine ha fatto il proprio lavoro. Personaggi famosi e influencer di ogni tipo hanno aumentato la loro popolarità raccontandoci le loro gesta sui social. Ma cosa succede quando il selfie di un vip si accompagna spesso e volentieri al logo di un marchio? Il connubio selfie-vip-pubblicità occulta è sempre più diffuso, tanto che si è reso necessario reclamare l’inverto dell’Autorità Antitrust.
L’Unione Nazionale Consumatori è alla guida di questa iniziativa che, si spera possa portare ad una regolamentazione del settore. Incuriositi dalla questione, abbiamo voluto saperne di più chiedendo al Presidente dell’associazione, Massimiliano Dona, perché è arrivato il momento di dire “Basta!”
Tanto per cominciare, osserva Dona, “è sotto gli occhi di tutti che le foto e i video degli influencer si diffondano in maniera virale. Il loro ruolo sul pubblico degli spettatori è decisamente importante e le stime economiche lo confermano ampiamente. Non va dimenticato inoltre, che la pubblicità fatta attraverso i canali del web è decisamente più pervasiva rispetto a quella del testimonial tradizionale. In altre parole, finché si affidava ad un testimonial famoso di promuovere un prodotto il consumatore era perfettamente edotto del messaggio che riceveva. Non è così oggi, laddove questo messaggio è affidato ad un vip seguito da dei fan che non riescono a distinguere tra un messaggio personale e un messaggio pubblicitario”.
Il rischio principale per il pubblico di consumatori è dunque quello di non essere pienamente consapevoli di ciò che viene proposto loro, “anche perché”, spiega il Presidente di UNC, “il tenore dei dialoghi di questi personaggio con i loro fan non è facilmente decriptabile, specie in relazione al pubblico dei più giovani che asseconda le indicazioni che ricevono dai vip in maniera acritica. Non a caso la Trade Commission americana ha sanzionato Warner Bross per aver utilizzato degli You Tuber per lanciare un loro prodotto senza rendere l’iniziativa trasparente”.
Ben inteso però, “Il tema non è mettere sotto accusa le star del mondo digitale quanto piuttosto le imprese che li utilizzano senza preoccuparsi di essere trasparenti nelle loro intenzioni. La segnalazione all’Antitrust non è quindi rivolta ai vip ma alle imprese che li hanno messi sotto contratto”
Dal punto di vista normativo, come si muove il nostro Paese?
“Ci auguriamo che la nostra segnalazione all’Antitrust serva anche a sollecitare un’azione da parte del Parlamento. Ci piacerebbe che la nostra iniziativa si trasformasse in una vera e propria campagna e per questo motivo abbiamo chiesto ai consumatori di inviarci le foto che reputano sospette. Speriamo che così facendo si possa sollevare l’attenzione su questo tema perché è davvero arrivato il momento di regolamentarlo o con i vecchi strumenti o prevedendone di nuovi”.
Una soluzione semplice e efficace potrebbe essere quella di “far apporre dal vip che sta pubblicizzando un marchio un sintetico hashtag che spieghi che si tratta di un messaggio pubblicitario”.
C’è poi un ultimo aspetto che non va sottovalutato, ossia quello relativo al piano fiscale. “Visto che il giro d’affari del mondo influencer è stimato nell’ordine dei 30 miliardi di euro al giorno d’oggi, con stime di 50 miliardi al 2019, sarebbe il caso di interrogarsi sul regime fiscale da adottare per questo giro d’affari. L’Antitrust, con la collaborazione della Guardia di Finanza, potrà approfondire il ruolo che hanno le imprese, gli agenti delle star e le star stesse. Queste ultime speriamo possano che diventare esse stesse più consapevoli del ruolo che svolgono e, perché no, che si schierino al nostro fianco. Sarebbe un bel segnale in un mondo digitale che ci fa tutti circolari nelle nostre azioni”.
Notizia pubblicata il 02/05/2017 ore 16.23