Promossi a pieni voti i vini biologici italiani. Altroconsumo ha messo alla prova 14 etichette di rossi, tutti appartenenti a diverse denominazioni di origine. Risultato? Tutti sono risultati essere di buona qualità e i più buoni si sono collocati anche tra i prodotti meno cari. Molte le prove del test a cui l’Associazione ha sottoposto i vini biologici: dalla valutazione del grado alcolico (confrontando il valore osservato in laboratorio con quello dichiarato in etichetta) all’analisi dell’acidità totale (fondamentale per la buona riuscita del vino, ne permette una lunga conservazione).A queste si aggiunge l’analisi dell’acidità volatile (segnala lo stato di conservazione dei vini ed eventuali loro alterazioni).
Anche le analisi sulla presenza di anidride solforosa e solfiti hanno dato buoni risultati: nella maggior parte dei vini i quantitativi ritrovati sono particolarmente bassi. Totalmente assenti invece pesticidi e metalli pesanti come cadmio e piombo.
Tra l’altro i vini biologici sono stati di recente – a febbraio scorso – oggetto di un regolamento europeo che per la prima volta ha introdotto una definizione tecnica di vino biologico coerente con gli obiettivi e i principi dell’agricoltura biologica enunciati nel regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio relativo alla produzione biologica.
Il regolamento stabilisce le tecniche enologiche e le sostanze autorizzate per il vino biologico. Una di queste norme fissa il tenore massimo di solfito per il vino rosso a 100 mg per litro (150 mg/l per il vino convenzionale) e per il vino bianco/rosé a 150mg/l (200 mg/l per il vino convenzionale), con un differenziale di 30mg/l quando il tenore di zucchero residuo è superiore a 2 g/l. 
Vengono stabilite anche alcune pratiche enologiche e di sostanze, quali definite nel regolamento (CE) n. 606/2009 relativo all’organizzazione comune del mercato (OCM) vitivinicolo, da utilizzare per i vini biologici. Ad esempio non sono consentiti l’acido sorbico e la desolforazione e il tenore dei solfiti nel vino biologico deve essere di almeno 30-50 mg per litro inferiore al livello dell’equivalente vino convenzionale (a seconda del tenore di zucchero residuo). Il “vino biologico” deve ovviamente essere prodotto utilizzando uve biologiche quali definite nel regolamento (CE) n. 834/2007.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)