Viaggi e vacanze, Reputation Manager: rischio terrorismo frena la voglia di turismo
Può la paura del terrorismo incidere sull’organizzazione delle vacanze? A quanto pare sì, dal momento che in Italia nove utenti della Rete su dieci si dicono spaventati dai recenti attacchi a tal punto da decidere di modificare le proprie abitudini di viaggio o di partecipazione a grandi eventi pubblici come concerti e partite di calcio. Rispetto al 2016 infatti la percentuale dei turisti online che potrebbe essere influenzata dal rischio attentati nella scelta delle proprie vacanze è cresciuta del 45%, rappresentando il 91% del totale.
È quanto emerge da una ricerca realizzata da Reputation Manager, istituto italiano di analisi e misurazione della reputazione online di brand e figure di rilievo pubblico, che ha analizzato le conversazioni online degli utenti per capire quanto il sentiment generale degli italiani a ridosso delle partenze estive.
Nei primi sei mesi del 2017, la percentuale degli “ottimisti” ossia di coloro che dichiarano di non lasciarsi influenzare, è di appena il 9% (contro il 54% dello stesso periodo del 2016), mentre quella di coloro che hanno dichiarato di lasciarsi influenzare dall’allerta terrorismo è arrivata fino al 91%.
“Fatti come l’attacco durante il concerto di Ariana Grande a Manchester e l’intensificazione delle misure di sicurezza in occasione di eventi come il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma, hanno contribuito a creare un senso di insicurezza fra gli utenti della rete, infatti il 32% comunica la propria paura sul web con un impatto emotivo alto, cioè si esprime animatamente, in modo caldo e concitato. Inoltre abbiamo osservato che spesso la paura si trasforma in rabbia generalizzata contro il governo”, dichiara, Andrea Barchiesi, CEO e fondatore di Reputation Manager.
Tra coloro che non sono spaventati dal rischio attentati vi è chi attribuisce ai media la causa di tanto allarmismo, chi vede nella crisi economica la vera causa della diminuzione dei viaggi effettuati per turismo e chi ritiene giusto l’aumento dei controlli di sicurezza, purché non generino panico diffuso.
La percezione è diametralmente opposta per quel 91% spaventato dal rischio terrorismo a tal punto da modificare le proprie abitudini di comportamento e le proprie scelte. Tra essi c’è chi dichiara disertare gli eventi pubblici o esorta a farlo, chi manifesta timore all’idea di viaggiare insieme a persone straniere, così come c’è chi punta il dito contro i promotori della manifestazione pro immigrati o chi lamenta gli scarsi controlli effettuati negli aeroporti o, più in generale, la qualità dei controlli.
