Vendite al dettaglio, più 2% a marzo (ma è l’effetto Pasqua)
A marzo le vendite al dettaglio aumentano del 2,0% in valore e dello 0,3% in volume nel confronto annuale ma a trainare sono solo i beni alimentari (più 6,4% in valore e del 3,6% in volume). È l’effetto Pasqua
A marzo le vendite al dettaglio sono stazionarie rispetto a febbraio, mentre nel confronto annuale aumentano del 2% in valore e dello 0,3% in volume, trainate soprattutto dai beni alimentari in crescita. A trainare le vendite è infatti il calendario di Pasqua, tanto è vero che a crescere sono soprattutto le vendite nella grande distribuzione alimentare (più 8% su base annuale).
I dati Istat dicono che a marzo 2024 le vendite al dettaglio segnano infatti una variazione congiunturale nulla in valore e un lieve calo in volume (-0,1%). Sono in lieve aumento le vendite dei beni alimentari (+0,2% in valore e +0,1% in volume) mentre quelle dei beni non alimentari sono in diminuzione (-0,3% in valore e in volume).
Nel confronto annuale, invece, le vendite al dettaglio aumentano del 2,0% in valore e dello 0,3% in volume. A crescere sono solo le vendite dei beni alimentari, che aumentano del 6,4% in valore e del 3,6% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari diminuiscono sia in valore (-1,5%) sia in volume (-2,0%).
Fra i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+4,3%), mentre segnano il calo più consistente Utensileria per la casa e ferramenta (-7,5%).
Sempre nel confronto annuale, rispetto a marzo dello scorso anno il valore delle vendite al dettaglio è in crescita solo per la grande distribuzione (+6,1%), mentre risulta in calo per le imprese operanti su piccole superfici (-1,5%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,6%) e il commercio elettronico (-2,4%).
L’Istat spiega che a livello tendenziale “si registra una crescita sia in valore sia in volume, determinata dalle vendite dei beni alimentari, che risentono in misura significativa della differente collocazione della Pasqua, la quale quest’anno è caduta nel mese di marzo mentre nel 2023 si collocava ad aprile. Tra le forme distributive è in crescita solo la grande distribuzione, trainata dalle vendite degli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare”.
Consumatori: Pasqua spinge il commercio
È quindi la Pasqua, quest’anno caduta a marzo, a spingere il commercio. Lo riconosce l’Istat e lo sottolineano anche le associazioni dei consumatori. Il Codacons parla di “effetto Pasqua” e di un aumento di vendite al dettaglio trainato appunto dai beni alimentari.
«L’andamento del commercio a marzo è fortemente influenzato dagli acquisti legati alla Pasqua», spiega il presidente Carlo Rienzi, per il quale i numeri dell’Istat «ci dicono come l’emergenza consumi non sia ancora superata: il forte rincaro dei prezzi registrato negli ultimi due anni continua ad avere effetti sulla spesa delle famiglie, con le vendite che risentono ancora dell’inflazione e i listini che non scendono come dovrebbero».
«Il Paese è fermo!», commenta il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, che sottolineano come su base mensile le vendite siano stazionarie.
«Il motivo, ovviamente, è che le famiglie, complice l’inflazione di questi anni, hanno finito i soldi e comperano solo lo stretto necessario, come dimostra l’impercettibile rialzo delle vendite alimentari in volume, +0,1% e il lieve calo delle altre, -0,3%. Quanto ai dati tendenziali, il boom delle vendite alimentari, +3,6% in volume, è dovuto solo all’effetto Pasqua, caduta quest’anno nel mese di marzo. Insomma, è solo un’illusione ottica dovuta al calendario».