L’estate, per i genitori di bambini piccoli, è ancora più cara. Le scuole chiudono e si pone il problema di dove mandare i figli quando si va a lavoro. Chi può approfitta di nonni o parenti: lo fa il 60% dei genitori lavoratori, secondo un’indagine dell’Adoc. Ma le altre soluzioni, dai centri estivi alle baby-sitter, sono troppo care: i centri estivi privani costano in media 155 euro a settimana; quelli comunali 35-40 euro; le baby-sitter non meno di 50 euro a settimana. E quando si parte per una settimana di vacanze, la spesa per due genitori e un figlio oscilla in media tra i 1500 e i 1800 euro.
“Con la chiusura estiva delle scuole i genitori devono affrontare un altro problema, dove lasciare i figli e quanto spendere” dichiara Lamberto Santini, Presidente dell’Adoc. Infatti solo il 40% delle famiglie sceglie una soluzione alternativa ai nonni: di questi il 40% sceglie il campo estivo privato, il 25% opta per la baby-sitter, il 20% per i centri estivi del Comune di residenza e il 15% lascia i figli in oratorio. “Ma nel 60% dei casi i genitori, complice la crisi, lasciano i propri figli dai nonni o dai parenti o, dove possibile, li porta a lavoro con sé”.
E’ un problema sempre più sentito dalle famiglie – sottolinea Santini – e lo Stato non sta facendo molto in questo senso, al contrario di alcune società e aziende che, in un’ottica di responsabilità sociale, viene incontro alle esigenze delle famiglie dei propri dipendenti”.
E sono sempre meno le famiglie che possono permettersi una vacanza: rispetto allo scorso anno si registra un calo del 10% delle famiglie che vanno in vacanza, negli ultimi 3 anni il calo è stato del 40%.  Si sono anche ridotti i giorni di vacanza, ad oggi il 60% delle famiglie che va in vacanza sta fuori al massimo una settimana, solo il 10% sta fuori più di due settimane.
E chi parte deve essere consapevole che una vacanza di una settimana con il proprio figlio minore di 12 anni costa in media 1500 euro, se il figlio ha più di 12 anni la spesa sale a quota 1800 euro. Se il figlio va in vacanza da solo una settimana costa in media 400 euro in Italia, all’estero, se segue un corso di lingue, la spesa sale a 700 euro a settimana. Quest’ultima soluzione è scelta da solo il 5% delle famiglie italiane, negli ultimi 10 anni ha subito un crollo del 30%.
E se durante l’estate i figli hanno bisogno di prendere qualche lezione di recupero? La spesa sale. “Circa il 45% degli studenti delle superiori e il 30% degli studenti delle medie prende ripetizioni private d’estate – continua Santini –  Per i ragazzi delle superiori la spesa media per un’ora è pari a 27 euro, per i ragazzi delle medie si spendono circa 19 euro l’ora. Un mese di ripetizioni costa ai primi circa 250 euro, ai secondi circa 150 euro.”


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