Il nuovo anno accademico si aprirà con una buona notizia per gli studenti meno abbienti: la “No tax area” sulle iscrizioni alle università è finalmente diventata realtà. Il Miur è riuscito a far inserire nella legge di stabilità per il 2017 (L. 232/2016) i fondi necessari a sostenere l’esonero dalle tasse per le famiglie che hanno un Indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) al di sotto dei 13mila euro. Con l’approvazione del Fondo di finanziamento ordinario (FMO) – dello scorso 10 agosto – sono state sbloccate le risorse necessarie per questo intervento (55 milioni di euro in totale).

Già da quest’anno accademico (2017/2018), per chi rientra nei parametri previsti, scatterà l’esenzione dal pagamento delle quote d’iscrizione, al primo anno e a quelli successivi.

Ma non finisce qui, perché anche gli studenti con un tenore di vita leggermente superiore potranno comunque usufruire di un regime agevolato.

Come riassume Skuola.net, sempre in base alle norme sulla ‘no tax area’, infatti, gli atenei sono tenuti a individuare dei tetti alle quote richieste per le iscrizioni. Ecco alcuni esempi: per chi ha un ISEE entro i 15mila euro l’ammontare della tassa non potrà superare i 140€, per chi invece ha un ISEE sotto i 20mila euro la tassa dovrà mantenersi entro i 490euro, e così via. In generale, per chi rientra nel segmento contributivo 15mila-30mila euro, la tassa non dovrà superare il 7% della differenza tra ISEE e 13mila euro. Indicazioni di cui le università hanno dovuto tener conto al momento di decidere l’entità delle tasse a seconda delle fasce di reddito.

Queste regole però valgono solo per l’iscrizione al primo anno. Per gli anni successivi infatti entra in gioco anche il merito, quindi per essere esonerato totalmente dalle tasse al momento dell’iscrizione al secondo anno di studi, bisognerà aver maturato come minimo 10 crediti formativi (CFU) entro il 10 agosto dell’anno successivo all’immatricolazione. Mentre per usufruire dell’agevolazione anche negli anni a seguire, si dovranno accumulare minimo 25 crediti (CFU) ogni dodici mesi (sempre entro il 10/08).

Una misura che va ad aggiungersi alle altre forme con cui le università cercano di invogliare i ragazzi a prendere una laurea. Come l’esonero dalle tasse per tutto il primo anno per chi ha preso 100 (anche senza lode) agli esami di maturità e lo ‘sconto’ per chi è arrivato a 95/100. O come le agevolazioni per chi ha più figli iscritti all’università o per chi si trova in situazioni di difficoltà fisica (ad es. portatori di handicap) o sociale (ad es. borse di studio che le Regioni mettono a disposizione e che i singoli atenei possono distribuire tra gli iscritti (per merito, situazione economica o per studenti fuori sede): per il 2017 sul piatto ci sono 217 milioni di euro (+68 mln € rispetto all’anno scorso).

Ma quando scade la prima rata? A meno che non siano dovuti passare per i test d’ingresso – ad accesso programmato nazionale o gestiti in autonomia dalle facoltà – anticipando di fatto le procedure burocratiche, ogni università indica una data entro la quale formalizzare l’immatricolazione (anche se, in molti casi, per i nuovi iscritti ci sono delle scadenze diverse, a volte prorogate di mesi) o versare la prima rata delle tasse per gli anni successivi. In genere cade tra la fine di settembre e l’inizio di novembre, quando la didattica entra a pieno regime.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)