Turismo italiano, Cnr: vale 100 miliardi di euro
Un turismo da 100 miliardi di euro, un valore aggiunto tre volte quello prodotto dall’agro-alimentare e quattro volte la ricchezza generata da tessile e abbigliamento. Con numeri in crescita nel 2016 e nel 2017, previsioni positive per il 2018, presenze straniere guidate dai turisti che vengono dalla Germania. Il quadro del turismo italiano viene fotografato dal Rapporto Iriss-Cnr, che sarà presentato oggi a Milano nell’ambito della Borsa internazionale del turismo. Lo studio indica la cifra record di 117 milioni di arrivi nel 2016 (3,5 milioni in più rispetto al 2015) confermando il trend positivo degli anni precedenti. Circa il 40% dei visitatori è straniero: in testa la Germania con 56 milioni di presenze, seguita da Francia e Regno Unito. Le regioni più visitate sono Veneto (22%), Toscana (12%) e Lombardia (11,2%).
“L’Italia, grazie ai suoi 53 siti Unesco, è il primo paese al mondo per disponibilità di patrimonio artistico-culturale e risulta tra i primi tre migliori paesi dove si consiglia viaggiare nel 2018, a conferma del ruolo strategico che il turismo occupa nell’economia italiana”, dice la nota di lancio del rapporto, che contiene alcune anticipazioni sui numeri principali del comparto. Nel 2016 i consumi turistici in Italia sono stati pari a 93,9 miliardi di euro, di cui 36,4 miliardi riconducibili alla domanda straniera (38,7% del totale) e 57,6 miliardi a quella interna (61,3%). Il valore aggiunto generato si è attestato su 103,6 miliardi di euro. Il numero degli occupati ha superato i 3,2 milioni, pari a circa il 13,2% dell’occupazione nazionale.
Il Rapporto sul turismo italiano, curato dall’Istituto di ricerca su innovazioni e servizi per lo sviluppo del Consiglio nazionale delle ricerche (Iriss-Cnr), evidenzia lo sviluppo del settore negli ultimi anni. Nel 2016 gli esercizi ricettivi hanno raggiunto la cifra record di 117 milioni di arrivi (3,5 milioni in più rispetto all’anno precedente, con un incremento del 3,1%) e hanno registrato circa 403 milioni di presenze – 10 milioni di presenze in più, pari a +2,6%. La tendenza positiva viene confermata dai dati provvisori del primo semestre 2017, che contano un aumento del 5,5% di arrivi e del 7% di presenze, e dalle stesse previsioni per il 2018, che indicano un ulteriore progresso degli arrivi del 4%.
Nel periodo compreso fra 2011 e 2016 le presenze stranieri sono aumentate in media ogni anno del 2,5%. A guidare la classifica dei viaggiatori che amano l’Italia c’è la Germania: i tedeschi, con circa 56 milioni di presenze detengono la quota più rilevante (28,4%), seguiti da francesi e dai turisti provenienti dal Regno Unito, che con circa 13 milioni di presenze si attestano rispettivamente al 6,7% e al 6,5%. Da sottolineare che circa il 70% delle presenze straniere si concentra in sei regioni: Veneto (22%), Toscana (12%), Lombardia (11,2%), Provincia di Bolzano (10,8%), Lazio (9,8%) ed Emilia-Romagna (5%). Nel biennio compreso fra il 2015 e il 2016 il turismo domestico cresce, ma meno, e segna un più 1,6%.
Sostiene il direttore del Iriss-Cnr Alfonso Morvillo: “Queste dinamiche rappresentano la risultante dell’effetto congiunto di fattori esogeni, legati alle crisi economiche, alle catastrofi naturali o agli attentati terroristici, e dei cambiamenti strutturali del settore. Tra questi ultimi si registrano l’affermazione di nuove forme di ricettività nel mercato turistico come riflesso della diffusione della sharing economy; l’affermazione della reintermediazione attraverso le Online Travel Agency; l’implementazione di strategie a supporto dei borghi per la valorizzazione delle aree interne e per la ripresa delle aree colpite dal terremoto; l’emergere di nuovi segmenti, sia come evoluzione di mercati tradizionali (turismo dei paesaggi e turismo fandom), sia come fenomeni di nicchia, in via di sviluppo (turismo dei nuovi gruppi familiari, shopping tourism, Lgbt e turismo di lusso). Infine, il consolidarsi del ruolo delle istituzioni e delle politiche pubbliche per orientare l’attività degli operatori”.
