Matrimoni, Zankyou.it: identikit delle coppie straniere che si sposano in Italia
Ogni anno un numero sempre maggiore di stranieri sceglie l’Italia come luogo per il proprio matrimonio, non certo per la convenienza economica della destinazione, ma per la sua storia e le bellezze del patrimonio artistico e culturale, il paesaggio, il fascino e il romanticismo dei luoghi, il cibo. È un settore in forte crescita che nel 2016 ha generato oltre un 1,3 milioni di presenze turistiche, ma soprattutto un aumento del volume d’affari che supera i 440 milioni di euro.
Molti stranieri che si sposano in Italia, infatti, non organizzano l’evento in forma autonoma, ma impegnano una filiera di professionisti con budget importanti di spesa, ai quali chiedono servizi esclusivi per un’esperienza irripetibile.
Ma cosa sappiamo di questo nuovo target? Il portale di nozze Zankyou.it ha analizzato l’indagine svolta dal Centro di Studi Turistici di Firenze, per mettere a fuoco al meglio il fenomeno e offrire spunti di riflessione agli operatori coinvolti nel settore.
In testa alla classifica degli stranieri che scelgono l’Italia per dirsi il “sì” della vita, si trovano le coppie inglesi, che, con il 27,6%, nel 2016 hanno portato nel belpaese 365mile presenze con 54 invitati a evento e una spesa media di 59.000 euro a cerimonia. Tra le zone più gettonate, Toscana, Lombardia e Campania, scelte per le loro ville per celebrare riti civili durante il mese di settembre.
Seguono, con il 21%, le coppie americane, con una media di 37 invitati e un budget di 45.000 euro a cerimonia: Toscana, Campania e Lazio occupano il podio e i luxury hotel sono la location preferita per cerimonie celebrate prevalentemente nel mese di giugno.
Con un certo distacco troviamo a ruota gli sposi provenienti dall’Australia (8,9% del mercato), Germania (5,3%), Canada (4,5%), per cerimonie celebrate con riti civili e simbolici dal valore di 50.000 euro circa ciascuna. Tra le regioni predilette, l’imbattibile Toscana accanto a Lombardia, Lazio, Campania e Veneto.
Il 2017 si è caratterizzato per un trend di crescita leggermente inferiore a quelli registrati negli ultimi anni. È aumentato l’interesse per le location tradizionali, capaci di garantire adattamento e flessibilità alle richieste della domanda. Sempre molto ricercate anche le dimore storiche per la loro eleganza e l’intramontabile fascino che sanno trasmettere.
“Pur essendo un mercato economicamente interessante, rimane comunque una “nicchia” e pertanto non si possono avere aspettative di crescita costanti. Anche questo segmento, del resto, sarà influenzato dalle dinamiche sociali, culturali, economiche e comportamentali che si potranno verificare nei rispettivi paesi di provenienza della domanda”, commenta Gianfranco Lorenzo, direttore Studi e Ricerche del Centro Studi Turistici di Firenze.
In pratica, l‘unica cosa che il settore dovrebbe davvero darsi come obiettivo, potrebbe essere quella di migliorarsi costantemente. Non con lo scopo di creare appesantiti enclavi elitari, ma per rendersi sempre più appetibile a un pubblico che non è mai stato così affamato di stupore come quello contemporaneo e che improbabilmente potrebbe ormai esserlo meno.