Si discute della formulazione della nuova tassa, la Trise – che unisce Tari sul servizio rifiuti e Tasi sui servizi indivisibili dei comuni. Secondo fonti dell’esecutivo riportate dalla stampa, è allo studio la possibilità di reintrodurre detrazioni sulla Tasi. Una prima ipotesi prevede una detrazione uguale per tutti a livello nazionale, dando ai Comuni la possibilità di portare l’aliquota massima fino al 4 per mille. La seconda prevede una mini detrazione di 50 euro che lascerebbe ai Comuni la possibilità di alzare l’aliquota fino al 2,5 per mille. Preoccupati i Consumatori.
“Le ipotesi che circolano in queste ore relativamente alla formulazione della nuova Trise destano forte preoccupazione”, dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti Federconsumatori e Adusbef. Da subito le due associazioni hanno denunciato che, in assenza di detrazioni sulla prima casa, molte famiglie che prima non pagavano l’Imu o pagavano cifre modeste si troveranno a fronteggiare, con la Trise, una vera stangata, soprattutto per chi risiede nelle cinture urbane e per le famiglie numerose.
“I tentativi ipotizzati per reintrodurre le necessarie detrazioni a favore di tali famiglie sono, al momento, del tutto inaccettabili – denunciano Federconsumatori e Adusbef – Prevedono infatti, secondo le prime indiscrezioni, detrazioni inconsistenti o margini di aumento dell’aliquota massima fino al 4 per mille (che equivarrebbe di fatto, come avevamo previsto fin dall’inizio, alla reintroduzione dell’Imu). A complicare la vicenda vi è anche un’altra questione: la Tasi, che comprende la quota da versare ai Comuni per i cosiddetti servizi indivisibili, servirà anche alla manutenzione delle strade. Tale voce, però, per legge è coperta dalle multe stradali comminate agli automobilisti. Non vorremmo, pertanto che i cittadini si trovassero a pagare due volte”. Le due associazioni chiedono di introdurre un sistema di detrazioni equo e di eliminare dall’imposta le voci che i cittadini già pagano sotto altre forme.


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