Trimestre anti-inflazione, raggiunta intesa fra Mimit e associazioni industriali (Foto di ElasticComputeFarm da Pixabay)

Trimestre anti-inflazione, raggiunta l’intesa fra Ministero e industria di marca. È stata accolta dal Mimit (Ministero delle imprese e del made in Italy) la lettera di intenti delle associazioni industriali, che hanno inoltre chiesto al Ministero uno specifico tavolo di lavoro interministeriale.

È quanto annuncia una nota congiunta di Centromarca e Ibc (Associazione industrie beni di consumo).

A seguito di incontri col Ministero, si legge nella nota, “per individuare iniziative volte a contrastare gli effetti negativi dell’inflazione sui consumatori e sulle famiglie, le associazioni industriali del largo consumo Centromarca, Federalimentare, Ibc e Unione Italiana Food hanno sottoposto questa mattina all’attenzione del Ministro Adolfo Urso una lettera di intenti congiunta che è stata recepita favorevolmente per il contributo attivo che potrà dare al più ampio piano di contenimento dell’inflazione definito dal Mimit”.

Gli impegni dell’industria

Nel documento, prosegue la nota, le associazioni si impegnano a:

1)     Dare ampia informazione presso le proprie associate su ogni iniziativa sviluppata dal Ministero in merito alla lotta all’inflazione;

2)     Chiedere alle proprie associate di valutare, nel rispetto della libera concorrenza e della strategia di ciascuna impresa e su base volontaria, di sviluppare, limitatamente al periodo di riferimento ottobre/dicembre 2023, iniziative di politica commerciale tese a contrastare l’inflazione dei suddetti prodotti, laddove sia ritenuto praticabile dalla singola azienda dal punto di vista della sua sostenibilità economica;

3)     Le aziende che, su base individuale, valuteranno di poter sviluppare iniziative in tal senso, le proporranno alle imprese della GDO, nel rigoroso rispetto della normativa sulle pratiche commerciali sleali nella filiera agroalimentare;

4)     Nel rispetto della libertà di strategia sopra menzionata, ogni azienda valuterà l’impatto, in senso positivo o negativo, sui propri conti economici causato dall’andamento dei costi di produzione, influenzati dal prezzo delle materie prime, dell’energia, della logistica e degli imballaggi.

La richiesta di un tavolo di lavoro interministeriale

Le associazioni hanno chiesto al Ministro Urso di farsi promotore di uno specifico tavolo di lavoro interministeriale sul largo consumo per affrontare, in ottica di medio e lungo termine, “le problematiche del settore, con l’obiettivo di accrescere la competitività ed efficienza delle aziende, aumentare la semplificazione dei processi produttivi e distributivi e incrementare la concorrenza, a tutela prima di tutto dei cittadini e delle loro famiglie”.

«La lotta all’inflazione e la tutela del potere d’acquisito delle famiglie, in una fase particolarmente delicata della congiuntura, è una priorità per il tessuto industriale del Paese», hanno sottolineato Francesco Mutti, presidente di Centromarca e Flavio Ferretti, presidente di Ibc. «La volontà del ministro Urso di coinvolgere tutte le componenti della filiera in uno sforzo comune è stata determinante per catalizzare l’ampio confronto, promosso da Centromarca e Ibc, nel mondo associativo industriale che ha portato alla redazione della lettera di intenti condivisa e accettata oggi. Auspichiamo che il Mimit convochi al più presto il tavolo di lavoro, così da poter mettere a fuoco e affrontare le innumerevoli criticità che generano inefficienze e quindi costi all’interno della filiera dei beni di consumo».

Nella lettera di intenti le imprese del largo consumo ricordano di aver subito negli ultimi anni il doppio impatto dell’aumento dei costi di produzione legato all’aumento delle materie prime e i rincari dei costi dell’energia.

E ribadiscono che “l’industria ha trasferito solo in parte e in modo progressivo tali aumenti di costo nei propri listini, per trovare un equilibrio che possa salvaguardare da un lato le imprese e i posti di lavoro, e al contempo sostenere la domanda limitando gli aumenti dei prezzi al consumo. L’analisi del Centro Studi di Confindustria conferma, ad esempio, che il settore alimentare è stato quello più colpito dalla crisi in corso, con i più alti aumenti di costo e limitati aumenti di listino spalmati su due anni: di conseguenza, il margine di profitto medio del settore si è quasi dimezzato tra il 2019 e il 2022. La marginalità media delle imprese del largo consumo ha continuato a deteriorarsi nel corso del 2023 in seguito all’aumento progressivo del costo del denaro. Inoltre, nonostante si sia registrata negli ultimi mesi una contrazione di alcune voci di costo, quali quella energetica, i livelli degli stessi sono rimasti sensibilmente più alti di quelli pre-crisi”. Fenomeni che hanno colpito in maggior misura le piccole e medie imprese.


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