Treni, pendolari Roma-Napoli: l’odissea continua, serve tavolo con istituzioni
Il disagio dei pendolari del Sud Pontino e della linea Roma-Napoli continua nel silenzio delle istituzioni. Sono mobilitati da mesi contro cambiamenti di orario e la riduzione delle corse della linea FL7 – quella che collega Roma a Formia via Napoli – e contro i problemi che in generale stanno attraversando i collegamenti ferroviari diretti verso Minturno e oltre. E così i Comitati Pendolari della Linea FL7 chiedono a gran voce un tavolo tecnico fra Regioni, istituzioni locali, Trenitalia e comitati stessi, finora rimasto però senza risposta.
I pendolari denunciano una “incomprensibile assenza e tempestiva risposta da parte della istituzione regionale” di fronte a un tema sollevato da tempo. E la situazione brucia, tanto più che su un altro versante – quello degli abbonamenti all’Alta Velocità – gli attori coinvolti si stanno muovendo con maggiore velocità. “Dinanzi ad una incomprensibile assenza e tempestiva risposta da parte della istituzione regionale, evidentemente inconsapevole delle ripercussioni che ogni utente subisce ogni giorno, i Comitati hanno provveduto a reiterare la necessità di un tavolo tecnico tra le Regioni, le istituzioni locali, Trenitalia e gli stessi Comitati, anche questo ancora in attesa di riscontro – scrivono oggi in una nota i Comitati Pendolari della Linea FL7 – Tutto questo appare in netto contrasto con la rapidità di intervento adottata giustamente su un altro problema qual è il costo degli abbonamenti sui treni ad alta velocità: le diverse modalità con cui risultano affrontate le due questioni dipendono forse dalla capacità/volontà di ascolto dell’interlocutore?”.
I disagi sono sotto gli occhi di tutti. Come denunciano i pendolari, il nuovo orario continua ad arrecare disagi agli utenti dell’intera linea ferroviaria Roma-Napoli. Continui ritardi, perdita di coincidenze e cancellazioni “senza adozione di adeguati provvedimenti a volte anche facilmente realizzabili (ad esempio ritardare la partenza di pochi minuti dei treni con orario prossimo a quelli oggetto di ritardo o cancellazione), a cui si aggiungono i problemi progettuali per il taglio di molti dei collegamenti per talune stazioni del Sud Pontino” sono i problemi denunciati e vissuti quotidianamente da migliaia di pendolari, che sono costretti a subire tempi di percorrenza più lunghi e viaggi più estenuanti.
La criticità della situazione è stata messa in evidenza anche dall’ultimo rapporto Pendolaria realizzato da Legambiente, in cui viene chiaramente denunciato lo stato in cui versa l’intera linea FL7. Si legge nel rapporto: “Un’altra situazione critica è quella della linea regionale FL7 che, utilizzando l’ infrastruttura della Roma-Napoli, collega la Capitale con l’estremo sud pontino percorrendo in maniera più o meno rettilinea i 128 chilometri ferroviari che separano la stazione di Roma Termini con quella di Formia. Sarebbe quindi la linea perfetta se le carrozze del materiale non fossero insufficienti e non si trovassero continuamente convogli pieni al limite dell’inverosimile, stracolmi; quella che potrebbe essere una eccellenza con l’abbandono degli anni passati si ritrova invece ad essere una delle infernali ferrovie regionali del Lazio”. I pendolari fra Lazio e Campania stanno denunciando da tempo i disagi del nuovo orario invernale, poi parzialmente rivisto, e la riduzione delle corse, fatta soprattutto a carico dell’utenza di Minturno-Scauri per il Lazio e di Sessa Aurunca e Falciano-Mondragone per la Campania.
“Sulla questione ha mostrato sensibilità Legambiente, preoccupata perché tale situazione sta determinando l’incentivo all’uso dei veicoli privati per spostarsi verso le stazioni più importanti, complicando ulteriormente le già disastrate condizioni di congestione del traffico e dei parcheggi di tali località – affermano oggi i Comitati Pendolari – Anche le istituzioni locali che hanno preso posizione a favore degli utenti, sia agendo con lettere ed incontri direttamente verso la regione, sia partecipando alle assemblee pubbliche indette dai comitati pendolari per ascoltare direttamente le loro esigenze; a questi si aggiungono gli interventi attuati dai vari gruppi consiliari o singoli consiglieri sostanzialmente incentrati sulla presentazione di interrogazioni rimaste però senza risposta”. I pendolari chiedono con urgenza un tavolo tecnico con tutte le parti interessate.
“I comitati fino ad ora hanno tenuto un atteggiamento responsabile e costruttivo perché fiduciosi dell’interlocuzione con le istituzioni preposte ma adesso è necessario che la Regione dimostri concretamente, ai cittadini, alle istituzioni locali e alle forze politiche tutte, che i buoni intendimenti tanto acclamati di potenziare il trasporto su ferro, portino a conclusioni concrete e non siano solamente oggetto di propaganda politica”, affermano, promettendo nuove iniziative per la difesa del diritto alla mobilità.