Trasparenza banche, la nuova direttiva UE farà calare i costi?
Si avvicina il giorno in cui tutti i cittadini residenti in Europa avranno diritto ad aprire un conto corrente bancario di base, senza distinzioni di nazionalità o luogo di residenza. Questo sarà possibile grazie alla Direttiva sulla trasparenza dei conti correnti bancari, proposta dal Commissario UE al mercato interno Michel Barnier e approvata qualche giorno fa dal Parlamento UE. La Direttiva riuscirà a far calare costi e commissioni che le banche impongono al cliente? Help Consumatori lo ha chiesto a Mario Nava, Direttore Istituti finanziari DG Mercato Interno e servizi.
Se la direttiva verrà adottata sarà possibile aprire un conto con zero spese? Quali sono gli altri vantaggi che avrà il consumatore europeo?
“La Direttiva lascia agli Stati Membri la possibilità di scegliere se il conto di base venga offerto gratis o ad un prezzo contenuto. L’obiettivo di queste misure è principalmente quello di permettere ai consumatori che non hanno accesso a un conto bancario di beneficiare di un insieme di servizi essenziali quali, ad esempio, ricevere fondi sul conto, ritirare denaro presso un bancomat ed effettuare pagamenti. La Direttiva non impedisce ai consumatori titolari di un conto corrente tradizionale di chiuderlo e passare ad un conto di base. Le nuove misure permetteranno, ad esempio, ai lavoratori transfrontalieri, ai pensionati e agli studenti che decidano di spostarsi all’estero di aprire un conto di base nel Paese in cui si trovano, anche qualora non dovessero avere la loro residenza permanente in quel Paese. L’obiettivo principale della Direttiva è quello di rinforzare la concorrenza attraverso il miglioramento dell’informazione fornita ai consumatori riguardo ai costi dei loro conti correnti. Ad esempio, gli Stati Membri dovranno creare una lista di tariffe per i servizi più rappresentativi a livello nazionale. Su questa base, una terminologia comune a livello europeo verrà creata per i servizi più rappresentativi nella maggioranza degli Stati Membri. Inoltre la Direttiva richiede che i consumatori abbiano accesso gratuito in ciascuno Stato Membro ad almeno un sito internet per la comparazione dei costi dei conti correnti che risponda a determinati requisiti qualitativi. Queste misure per aumentare la trasparenza, insieme all’obbligo per le banche di offrire un servizio di trasferimento del conto, faciliterà la mobilità dei consumatori e stimolerà la concorrenza. Questo dovrebbe contribuire a ridurre i costi dei conti correnti nel medio-lungo periodo”.
In Italia i costi per aprire e mantenere un conto corrente sono più cari della media europea; non sarebbe necessario che l’UE intervenga anche direttamente sui costi, mettendo dei tetti massimi di spesa e creando maggiore concorrenza tra gli istituti bancari?
“La Direttiva contiene delle misure per garantire che i costi dei conti di base siano contenuti. Questo avrà due effetti per i consumatori: in primo luogo, garantirà che essi possano accedere a dei conti correnti a prezzi accessibili in qualsiasi Stato Membro. Inoltre introdurrà un prodotto alternativo a basso prezzo che incentiverà, secondo la Commissione, le banche a ridurre i costi dei conti tradizionali. La Commissione ritiene che questo approccio sia preferibile alla diretta regolamentazione dei prezzi, comunemente considerata troppo intrusiva e contraria ai meccanismi di mercato. La regolamentazione dei prezzi viene utilizzata di rado e solo come ultima misura in caso di prolungato fallimento dell’economia di mercato. Inoltre, la regolamentazione dei prezzi di tutti i conti correnti risulterebbe in un’eccessiva ingerenza nella libertà contrattuale delle banche”.
Anche le imprese spesso pagano commissioni troppo elevate e in alcuni casi anacronistiche (ad esempio le commissioni di istruttoria veloce). Si prevedono misure per ridurre il carico sulle piccole imprese?
“La Direttiva è un primo passo verso l’introduzione di misure mirate a promuovere la crescita e ristabilire la fiducia nei mercati finanziari. In questo senso, la Commissione ritiene che il primo aspetto da affrontare sia quello di facilitare l’accesso dei consumatori ai servizi finanziari basilari. Ciò detto, riconosciamo l’importanza di aiutare anche le piccole imprese ad ottenere sufficiente accesso ai servizi finanziari e terremo in considerazione, anche alla luce delle priorità del nuovo Commissario, l’opportunità di adottare misure in questo senso”.
In breve, ci può spiegare come funzionerà l’Unione bancaria? Come si affronteranno le crisi degli istituti bancari?
“Sono tre i pilastri di questo regolamento. Il primo è che le banche devono preparare dei piani di risoluzione adeguati e validati dai supervisori. Il secondo è il dovere, in caso di risoluzione di una banca, di utilizzare il bail-in per almeno l’8% delle passività di bilancio dell’istituto stesso. Il terzo è la possibilità di avere accesso al fondo unico di risoluzione interamente finanziato, durante un periodo di otto anni, dalle banche stesse. Questo fondo parte con dei compatimenti nazionali che vengono via via fusi ad un tasso del 40% il primo anno, del 20% il secondo e poi del 6,6% ogni anno successivo, fino ad arrivare ad un fondo unico dopo otto anni”.
di Antonella Giordano (Twitter @Anto_Gior)