Tra banchi e palestra, Federconsumatori: fare sport può costare caro
Da una settimana o poco più, la campanella che segna l’inizio delle attività scolastiche è suonata in tutta Italia. Settembre però non è solo il mese de ritorno sui banchi ma anche il mese in cui di solito cominciano le varie attività extra scolastiche necessarie per riempire i lunghi pomeriggi invernali che altrimenti rischierebbero di essere trascorsi sul divano a guardare la tv o in compagnia dei videogiochi. Per vincere la battaglia contro la sedentarietà, molti genitori optano per incanalare l’interesse dei figli verso un’attività sportiva.
Nuoto, tennis, basket, calcio, danza e chi più ne ha più ne metta. Una volta capito se il pargolo vuole seguire le orme di Feder, Messi o della Abbagato, c’è un altro grosso nodo da sciogliere: quanto costa?
A giudicare dai dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, la spesa non è quel che si dice abbordabile.
I corsi di nuoto, caldamente raccomandati da tutti i medici, soprattutto per quanto riguarda la crescita e lo sviluppo dei bambini e dei ragazzi, hanno toccato dei costi piuttosto alti, decisamente eccessivi se si considera nel nucleo familiare la presenza di più figli. Il costo di un corso di nuoto risulta pari a 720 euro annui, a cui vanno aggiunti 115 euro per l’attrezzatura e circa 55 euro di iscrizione, per un totale di 890 euro.
Ancora più onerosa la scelta di praticare danza classica, con un costo di 690 euro annui, a cui vanno aggiunti 140 euro per l’attrezzatura, 110 euro per il saggio di fine anno e circa 55 euro di iscrizione, per un totale di 995 euro annui.
Lo sport più economico risulta, invece, il basket, il cui costo ammonta a 508 euro annui, di cui 420 euro per il corso, 83 euro per l’attrezzatura e circa 55 euro di iscrizione.
“Costi decisamente eccessivi che, oltre a gravare sulle spese degli italiani, possono spingere verso la mancata pratica delle attività sportive, fondamentale per la salute e l’educazione dei ragazzi”, sostiene Emilio Viafora, presidente Federconsumatori.
Per sostenere tali costi diverse famiglie sono costrette a chiedere un prestito alle finanziarie, trovandosi, generalmente, a dover restituire l’intero capitale richiesto in 12 mesi.
Un modo per rientrare almeno in parte delle spese c’è. È utile ricordare infatti che per quanto riguarda i costi sostenuti dalle famiglie, con la dichiarazione dei redditi (730 o Redditi PF) è possibile portare in detrazione al 19% le spese per la pratica sportiva svolta dai ragazzi, di età compresa tra i 5 e i 18 anni, presso associazioni sportive e impianti sportivi. L’importo massimo detraibile è pari a 210 euro per ciascun ragazzo, da ripartire tra i genitori.