
Raccolta di funghi
Tempo di funghi, le regole per una raccolta in sicurezza. Cosa fare in caso di intossicazione
La raccolta e il consumo di funghi sono una cosa seria. Le intossicazioni e gli avvelenamenti da specie pericolose possono portare anche alla morte. Per questo la legge regolamenta la raccolta e la commercializzazione ed è fondamentale intervenire tempestivamente in caso di intossicazione
I mesi da luglio a ottobre sono i migliori per “andare a funghi”. Un’attività che può essere un hobby, una passione e anche una professione che vede esperti rifornire negozi e ristoranti. In realtà tutto l’anno possono essere raccolti perché ogni specie ha il suo mese e la sua stagionalità. Il clima ideale per la crescita è caratterizzato da una forte umidità e una temperatura tra i 10 e i 25 gradi. Un buon raccoglitore di funghi si alza presto la mattina e conosce i luoghi migliori ma soprattutto conosce i funghi! Perché l’improvvisazione può portare a conseguenze a dir poco spiacevoli, addirittura alla morte per avvelenamento.
La raccolta dei funghi è una cosa seria
Un fungo prima di essere pregiato e buono deve essere sicuro. Può raccogliere funghi solo chi è in possesso di una autorizzazione rilasciata dagli enti locali. Una volta raccolti possono essere controllati e riconosciuti gratuitamente presso gli Ispettorati Micologici presenti nella Asl competente di zona. Il Ministero della Salute ha stilato un decalogo per il consumo di funghi in sicurezza e la prima regola è quella di non consumarne se non controllati da un vero micologo. La raccolta è una attività seria e delicata tanto che apposite norme nazionali e locali ne disciplinano le regole. Inoltre, i funghi hanno una importante funzione per l’ecosistema perché decompongono materiali organici restituendoli alla natura. Per questo è la raccolta indiscriminata di tutte le specie che si incontrano nel bosco è da evitare.
Cosa dice la legge
In Italia la raccolta e la commercializzazione dei funghi è regolamentata da una legge quadro nazionale (Legge 23 agosto 1993, n. 352). La norma a sua volta rimette alle Regioni il compito la regolamentazione nel loro territorio.
Tra le regole generali previste dalla legge ricordiamo il divieto dell’uso di rastrelli, uncini o altri mezzi che possono danneggiare lo strato umifero del terreno, il micelio fungino (corpo vegetativo del fungo) o l’apparato radicale della vegetazione. Non è consentita la distruzione volontaria dei carpofori fungini (gambo, cappello, e lamelle) di qualsiasi specie e l’asportazione, anche a fini di commercio, della cotica superficiale del terreno. I funghi raccolti devono essere riposti in contenitori idonei a consentire la diffusione delle spore. Non si possono inoltre utilizzare contenitori in plastica. Il carpoforo raccolto deve conservare tutte le caratteristiche morfologiche che consentono la sicura determinazione della specie.

In caso di intossicazione da funghi cosa fare
I sintomi di intossicazione da funghi possono comparire da 30 minuti a 6 ore dal consumo (a breve latenza) o anche da 6 a 20 ore (lunga latenza). Questi ultimi sono quelli indicativi di sindromi molto pericolose perché possono mettere a rischio la vita. La più comune è la “sindrome falloidea” causata da specie come l’Amanita phalloides, Amanita verna, Amanita virosa. È proprio la cd “latenza” a rendere questi avvelenamenti pericolosi perché non consentono un intervento tempestivo.
Non appena insorgono disturbi, come vomito o diarrea, bisogna subito recarsi al Pronto Soccorso avendo l’accortezza di portare con sé tutti gli avanzi utili per il riconoscimento della specie. È fondamentale non sottovalutare eventuali sintomi se sono stati consumati dei funghi. E’ bene ricordare che la cottura, l’essicazione o altri sistemi non servono a rendere meno tossici le specie mortali. Le strutture specializzate per il trattamento delle intossicazioni da funghi sono istituite presso i Centri Antiveleni.
I miti da sfatare
Il Centro Antiveleni di Milano (ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda) ha messo a punto una guida con utili indicazioni per la prevenzione delle intossicazioni. Nell’opuscolo non mancano chiarimenti su luoghi comuni e miti da sfatare.
Non è vero che:

- tutti i funghi che crescono sugli alberi non sono tossici
- sono buoni se sono stati mangiati da parassiti
- diventano velenosi se cresciuti vicino a ferri arrugginiti
- sono velenosi i funghi che cambiano colore al taglio
- la velenosità del fungo è data dall’aspetto.