Telefonia mobile, Agcom diffida Telecom per manovra “Tim Prime”
L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha diffidato Telecom Italia per la manovra “Tim Prime” di rimodulazione dei profili tariffari base di telefonia mobile. Dall’Agcom arriva dunque un alt a una manovra che avrebbe comportato “un aggravio di oltre 2 euro al mese per milioni di utenti del servizio”. La motivazione dell’Autorità è che quella che viene proposta non è più una modifica unilaterale di contratto ma “una vera e propria introduzione di prestazioni (e costi) nuovi e mai richiesti dall’utente”.
Nei giorni scorsi il Consiglio dell’Agcom ha infatti approvato un provvedimento di diffida nei confronti dell’operatore TIM con riferimento alla manovra di rimodulazione dei profili base di telefonia mobile, che “avrebbe comportato – se attuata – un aggravio di oltre 2 euro al mese per milioni di utenti del servizio”. L’Autorità spiega che, attraverso una campagna di comunicazione avviata il 22 febbraio scorso, TIM ha presentato l’offerta commerciale ai clienti come una rimodulazione (ex art. 70.4 del Codice delle comunicazioni elettroniche) dei profili tariffari base. I prezzi verrebbero modificati proponendo una direttrice di traffico voce e SMS illimitati verso una numerazione TIM scelta dal cliente al costo di 0,49 euro a settimana a fronte di una serie di vantaggi attivabili su richiesta dei clienti. Dopo una serie di segnalazioni, l’Autorità ha avviato un’istruttoria. E ha stabilito che l’offerta non è configurabile come modifica unilaterale di contratto conforme all’articolo 70, comma 4, del Codice. “Infatti, – spiega l’Agcom – l’attivazione non richiesta di nuovi servizi in cambio di una controprestazione economica non rappresenta una modifica del prezzo o delle caratteristiche dei servizi per i quali l’utente ha fornito il proprio consenso contrattuale, bensì una vera e propria introduzione di prestazioni (e costi) nuovi e mai richiesti dall’utente”.
Il profilo a consumo, spiega ancora l’Autorità, diventerebbe addebito fisso settimanale, con una opzione non concordata fra le parti. “L’operatore, in questo caso, trasformerebbe dei profili tariffari base “a consumo” in profili con un addebito settimanale fisso di euro 0,49, a fronte della possibilità di chiamare ed inviare messaggi di testo illimitati al numero TIM “amico” (opzione non concordata tra le parti del contratto). In sostanza – spiega l’Agcom – TIM utilizza illegittimamente la procedura prevista dal Codice delle comunicazioni per l’esercizio dello jus variandi, al fine di attivare nei confronti di un numero rilevantissimo di clienti una nuova offerta con la tecnica dell’opt-out, peraltro incidendo in maniera sostanziale sulla natura dell’offerta base originaria, che cesserebbe di essere “a consumo”, comportando un addebito fisso settimanale. L’addebito del costo settimanale di euro 0,49 si registrerebbe, tra l’altro, a prescindere dalla scelta del “numero amico” da parte del cliente, con il rischio che – a seguito della manovra – l’aggravio di costo a carico degli utenti avvenga senza nessun vantaggio compensativo”. L’Autorità ha dunque diffidato Telecom Italia Spa e ha deciso di inviare la documentazione all’Antitrust.