Tares, basta lo slittamento a dicembre?
In attesa di una decisione certa da parte del Governo sulla Tares, non si placa la polemica. Per molti lo slittamento a dicembre non basta perché i 30 centesimi in più al metro quadro che si andranno a pagare a fronte di “servizi vari” si avvicinano ad una mini patrimoniale (da aggiungere all’Imu). Di quest’idea sono soprattutto le aziende e i Comuni, anche perché gli aumenti dell’imposta andranno a finire nelle casse dello Stato. E poi c’è la protesta delle Associazioni dei consumatori che hanno alzato la voce contro la Tares fin dall’inizio e stimano per il 2013 un aumento di tassazione di 421 euro (Tares, Iva e addizionali).
Anche perché tante Associazioni sono già impegnate, da tempo, in un’aspra battaglia per il rimborso ai cittadini dell’Iva pagata illecitamente, per anni, sulla Tia o Tarsu (i nomi con cui fin’ora si è indicata la tassa sui rifiuti).
Per fare due conti il passaggio da Tia e Tarsu a Tares costerà al cittadino, in media, 45,75 euro in più. A fare i calcoli è il Centro Ricerche Educazione e Formazione della Federconsumatori che prevede una batosta di 421 euro (solo come aumento della tassazione) per il 2013, tra aumento dell’Iva, Tares e addizionali territoriali.
Federconsumatori si aspetta che entro lunedì il Governo mantenga le promesse emanando il decreto sullo slittamento della Tares, ma chiede anche che in tale decreto il Governo dia finalmente applicazione alle sentenze della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, che hanno dichiarato illegittima l’applicazione dell’Iva sulla Tia, sentenze fino ad ora ignorate dal Governo. “Nonostante tali pronunciamenti, infatti, molti comuni e aziende continuano a fare “orecchie da mercante”, applicando l’Iva su quella che è stata definita una tassa e non una tariffa”.
Tornando alla Tares, la questione non riguarda solo il suo slittamento, ma anche il suo “ammontare”: l’aggravio di 30 centesimi a metro quadro è previsto per una serie di servizi “indivisibili” (illuminazione e manutenzione strade, ecc.). E’ necessario prevedere forme di “compensazione sociale” per i bassi redditi o per situazioni particolari in cui siano sopraggiunte mobilità, disoccupazione, particolari condizioni di difficoltà, stante il crescente fenomeno della morosità e/o insolvenza.
“Chiediamo, infine, che i nuovi piani tributari per il servizio di raccolta dei rifiuti solidi urbani ed i relativi regolamenti siano oggetto di confronto con le Associazioni dei Consumatori, così come le carte dei servizi, di cui chiediamo l’applicazione obbligatoria in tutti i comuni per fornire un servizio migliore, più trasparente ed improntato al rispetto e coinvolgimento dei cittadini.” – sostiene Mauro Zanini, Vice Presidente Federconsumatori.
Più drastico il Presidente regionale dell’Unione Nazionale Consumatori Calabria, Saverio Cuoco, secondo cui l’anticipo a maggio del pagamento di una parte della Tares comporterà un’ulteriore contrazione dei consumi e una maggiore difficoltà per le famiglie visto che a giugno c’è un’altra scadenza: la prima rata dell’Imu. Sarà un’estate inevitabilmente infuocata quella che si prospetta nel 2013 che vedrà l’avvicendarsi di tributi Imu, Tares, tasse locali sempre più consistenti a fronte dei tagli operati dallo Stato agli Enti territoriali, tutti riversati sulle tasche dei consumatori-contribuenti, mentre sullo sfondo rimane anche il non ancora scongiurato pericolo di aumento dell’Iva dal 21 al 22%. Cuoco esorta la politica ad abbassare la pressione fiscale ed invita tutti a prendere atto del fallimento della società dei consumi e avviare la costruzione della società dei consumatori. Altrimenti a pagare il conto saranno le nuove generazioni.