SWG-Moige: 4 giovani su 10 adescati online da sconosciuti
Quattro ragazzi su dieci sono stati adescati su internet da sconosciuti, che chiedono loro dati personali o fanno proposte indecenti. La percentuale sale al 52% fra le ragazze: una su due. La metà di chi ha avuto questo genere di esperienze – un dato eclatante – non ne ha parlato con nessuno, solo una piccola parte si è confidato con i genitori e il 4% ha accettato di corrispondere alle proposte. Solo una percentuale inferiore al 30% di giovani è rimasto immune a episodi sgradevoli quali la richiesta di informazioni personali o la visualizzazione di immagini pornografiche. I rischi del web sono fotografati da una recente ricerca di SWG per il Moige-Movimento Italiano Genitori.
Sono ormai quotidiane le notizie di ragazzi e ragazzini che incappano nel cyber bullismo o nelle proposte indecenti pedopornografiche che arrivano dal web e dai social network, insieme alle molestie e fenomeni di stalking online, tanto che il Garante Privacy ha scritto nei giorni scorsi al Ministro dell’Istruzione esprimendo fra l’altro la “necessità inderogabile di affrontare il tema dell’uso responsabile dei social network”. Che va di pari passo con quello della Rete. Il sondaggio SWG per il Moige è stato svolto lo scorso aprile e presentato ieri alla conferenza “Educare per educare” ad un corretto uso del web, promossa dal Moige – Movimento Italiano Genitori in collaborazione con Regione Lazio, Assessorato ai Rapporti con gli Enti Locali e Politiche per la Sicurezza.
Emerge innanzitutto che i minori sono molto presenti online: in media fra le 3 e 4 ore giornaliere, ma più di un terzo – soprattutto ragazzi – lo fa per oltre 5 ore e spesso senza limiti di tempo da parte dei genitori. La percentuale di padri e delle madri che pongono dei limiti ai propri figli sul tempo di navigazione ammonta a meno del 20%, mentre 8 genitori su 10 si fidano di loro e non stabiliscono alcuna restrizione. Preoccupa su questo fronte anche il 17% di genitori che non dà nessun consiglio ai figli su cosa non fare nel web.
Ben 6 ragazzi su 10 non hanno computer dotati di sistemi di sicurezza e filtri per il controllo di accesso a siti dai contenuti pedopornografici e violenti. Il 40% del campione intervistato è stato così approcciato da sconosciuti che chiedevano dati personali o facevano proposte indecenti, e anche se la reazione più diffusa è stata quella di interrompere la connessione, c’è un terzo di giovani che ha continuato a chattare anche senza rivelare i propri dati. Preoccupa poi il silenzio sull’esperienza e la limitata percentuale – inferiore al 30% – di chi invece non è mai incappato in episodi di questo genere.
Commenta Maria Rita Munizzi, Presidente Nazionale del Moige: “In pochi anni Internet è entrato prepotentemente nella vita dei nostri figli sotto tutti i punti di vista, dallo studio alla socializzazione con i coetanei. Molto spesso, però, la rete cela delle insidie, dei pericoli reali come la pedopornografia e il cyberbullismo che possono danneggiare in maniera grave l’integrità e l’incolumità dei minori, spesso inconsapevoli dei rischi che si nascondono dentro il web”.