L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha accertato che le clausole di esclusiva contenute tra radiotaxi e tassisti, nella misura in cui vincolano ciascun tassista a destinare tutta la propria capacità operativa ad un singolo radiotaxi, costituiscono reti di intese verticali restrittive della concorrenza in violazione dell’articolo 101 del TFUE. Nello specifico sono state ritenute scorrette le clausole di esclusiva contenute negli atti che disciplinano i rapporti tra i principali operatori di radiotaxi attivi a Roma e Milano e i tassisti aderenti.

Le istruttorie sono state avviate dall’Autorità su segnalazione di Mytaxi, società appartenente al gruppo automobilistico tedesco Daimler AG, che gestisce una piattaforma aperta attraverso un’app liberamente accessibile dai tassisti affiliati, i quali, in base alle proprie esigenze, possono mettere a disposizione della piattaforma una quota variabile di corse.

L’Autorità ha verificato che tali clausole sono idonee a determinare un consistente e duraturo effetto di chiusura del mercato della raccolta e smistamento della domanda del servizio taxi a Roma e Milano, ostacolando l’accesso a nuovi operatori che adottano un diverso e innovativo modello di business, come Mytaxi, e, più in generale, la concorrenza tra piattaforme chiuse (come i radiotaxi) e aperte. L’Autorità ha inoltre verificato che la presenza delle clausole di esclusiva non ha alcuna giustificazione di natura giuridica o economica.

Tenuto conto del carattere peculiare delle intese accertate, la cui portata restrittiva è emersa, e divenuta evidente, solo con lo sviluppo di nuove tecnologie che hanno consentito l’affermarsi di piattaforme aperte, l’Autorità ha ritenuto le suddette intese non gravi e, quindi, non ha sanzionato le imprese radiotaxi che, comunque, sono tenute a dare comunicazione all’Autorità, entro 120 giorni dalla notifica del provvedimento, delle iniziative che intendono porre in essere per eliminare l’infrazione accertata.

Ottima notizia, ora si apra il mercato“, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Speriamo che questa sentenza induca finalmente il legislatore ad una vera riforma del settore, verso una maggiore liberalizzazione. Ancora oggi, infatti, registriamo appelli anacronistici al vicepremier Luigi Di Maio da parte dei tassisti che vorrebbero proibire l’innovazione, in nome della conservazione dello status quo”.

“Va aggiornata al più presto la normativa, per disciplinare i nuovi servizi tecnologici per la mobilità, che non possono certo essere classificati secondo forme di trasporto che valevano nel 1992, prima della commercializzazione dei tablet e degli smartphone”.


Vuoi ricevere altri aggiornamenti su questi temi?
Iscriviti alla newsletter!



Dopo aver inviato il modulo, controlla la tua casella per confermare l'iscrizione
Privacy Policy

Parliamone ;-)