spreco

Nel 2011 ogni famiglia ha buttato nel cassonetto il 7% della spesa alimentare effettuata (feste escluse), pari a 335 euro. Uno spreco che è comunque in calo del 3,8% rispetto al 2010, quando nel cassonetto sono stati buttati 348 euro, quindi 13 euro in più. Ma cos’è che va a finire principalmente nella spazzatura?
 Secondo un’indagine effettuata dall’Adoc in occasione della Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti sono i prodotti freschi i più a rischio pattumiera. “Il 33% dei prodotti che si buttano sono quelli freschi – spiega Carlo Pileri Presidente dell’Adoc – un calo del 2% rispetto allo scorso anno, segno che c’è maggiore attenzione al momento dell’acquisto. Tra i prodotti più sprecati troviamo il pane (20%), frutta e verdura (17%) e prodotti in busta”.
Qual è il motivo principale per cui si spreca? L’eccesso di acquisto generico, che registra un calo dell’1% rispetto al 2010. Ma c’è un fenomeno nuovo: aumentano gli acquisti con offerte speciali e quindi una parte di spreco è dovuta all’eccesso di acquisto da offerta promozionale. Ad esempio il 3×2, che con l’illusione di risparmiare ci spinge ad acquistare un quantitativo di prodotto superiore al necessario.
Altro problema sono le confezioni, troppo grandi. “Come può ad esempio un anziano che vive solo consumare in pochi giorni un litro di latte? Le confezioni da mezzo litro ormai non esistono quasi più – denuncia Pileri – Come non esistono i prodotti pronti monoporzione, che obbligano chi vive da solo a dover spendere e sprecare di più della classica famiglia di quattro persone. Considerando il crescente aumento dei nuclei famigliari singoli, è un problema che non va sottovalutato”.
Per l’Adoc un altro dei motivi che portano allo spreco è la non sempre comprensibile indicazione del termine massimo di consumo del singolo prodotto. “Per alcuni prodotti, come la pasta secca o le bibite, il termine massimo di consumo va oltre l’indicazione presente in etichetta – continua Pileri – per altri prodotti, come il tonno in scatola e i biscotti secchi, il termine di consumo si sposta avanti di qualche mese oltre la scadenza. Una corretta informazione sulla possibilità di consumo dei prodotti potrebbe portare ad una progressiva e significativa riduzione degli sprechi alimentari. In questo senso apprezziamo la nuova etichettatura adottata dall’Unione Europea, che obbliga i produttori ad inserire la data di scadenza anche sulle singole porzioni”.
Nonostante i dati indicano dunque che le famiglie stanno imparando a sprecare sempre meno ed hanno una maggiore consapevolezza dei loro sprechi, non è ancora abbastanza e sono necessari ulteriori sforzi per ridurre drasticamente la percentuale di cibo sprecato da parte delle famiglie. Per questo l’Adoc ha pubblicato un utile vademecum contro gli sprechi, con alcune semplici regole e consigli su come conservare, riciclare e non sprecare il cibo acquistato.
Infine, la raccolta differenziata: l’Adoc chiede ai Comuni di pubblicare una tabella delle quantità di materiali raccolti e successivamente riciclati, con indicazione della loro destinazione. “Crediamo che sapere come vengono riciclati i prodotti raccolti in modo differenziato possa contribuire a stimolare ancora di più i cittadini a gettare con intelligenza tutti i loro rifiuti – conclude Pileri – per questo chiediamo ai Comuni di rendere pubblico l’elenco di tutti i prodotti e materiali raccolti e l’uso che ne è stato fatto ai fini del riciclo”.


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