Social media, Bruxelles: X non rispetta la legge sui servizi digitali (Foto Mati Mango per Pexels)

X non rispetta la legge sui servizi digitali. È la conclusione preliminare cui è arrivata la Commissione europea nei confronti del social media, già twitter, accusato appunto di violazioni del Digital Services Act in settori quali i dark pattern, la trasparenza della pubblicità e l’accesso ai dati per i ricercatori. Oggi dunque Bruxelles ha informato X del suo parere preliminare.

l procedimento formale verso X è stato avviato nel dicembre 2023 per valutare se il social network possa aver violato la legge sui servizi digitali in settori legati alla diffusione di contenuti illegali e all’efficacia delle misure adottate per combattere la manipolazione delle informazioni, per la quale l’indagine continua, nonché su dark pattern, trasparenza pubblicitaria e accesso ai dati per i ricercatori, che sono oggetto delle conclusioni preliminari adottate oggi.

“X non rispetta la legge sui servizi digitali”

«A nostro avviso, X non rispetta la legge sui servizi digitali nei settori chiave della trasparenza, utilizzando modelli oscuri e quindi fuorviando gli utenti, non fornendo un adeguato archivio pubblicitario e bloccando l’accesso ai dati per i ricercatori – ha detto Margrethe Vestager, vicepresidente esecutiva per Un’Europa pronta per l’era digitale – La legge sui servizi digitali è imperniata sulla trasparenza e siamo determinati a garantire che tutte le piattaforme, comprese X, rispettino la legislazione dell’UE».

Trasparenza, responsabilità sulla moderazione dei contenuti e sulla pubblicità sono temi centrali per la legge sui servizi digitali. Secondo la Commissione, che ha svolto un’analisi su documenti interni della società e colloqui con esperti, X non rispetta la normativa europea su tre aspetti.

Il primo chiama in causa direttamente gli “account verificati”, quelli presentati con la spunta blu. X infatti, argomenta Bruxelles, progetta e gestisce gli “account verificati” con la spunta blu in un modo che non corrisponde alla prassi del settore e finisce per ingannare gli utenti. Perché la spunta blu è semplicemente a pagamento.

“Poiché chiunque può abbonarsi per ottenere tale status “verificato”, ciò incide negativamente sulla capacità degli utenti di prendere decisioni libere e informate in merito all’autenticità degli account e ai contenuti con cui interagiscono – spiega la Commissione – Vi sono prove di malintenzionati motivati che abusano dell’ “account verificato” per ingannare gli utenti”.

X inoltre è accusata di non rispettare la trasparenza in materia di pubblicità, “in quanto non fornisce un archivio pubblicitario consultabile e affidabile, ma pone invece in essere caratteristiche di progettazione e barriere di accesso che rendono l’archivio inidoneo a fini di trasparenza nei confronti degli utenti”. Il terzo rilievo fatto da Bruxelles è che “X non fornisce ai ricercatori l’accesso ai suoi dati pubblici in linea con le condizioni stabilite nella legge sui servizi digitali”.

X potrà ora esaminare i documenti del fascicolo d’indagine ed esercitare il suo diritto di difesa. Rischia, se la Commissione confermerà il parere, sanzioni pecuniarie fino al 6 % del fatturato mondiale totale annuo.


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