“Piccolo spazio: pubblicità”, canta Vasco nella sua mitica “Bollicine”. E dalla pubblicità siamo ormai circondati anche quando, almeno consciamente, neppure ce ne accorgiamo. Nella società digitale, social network e network e smartphone hanno dato un concreto aiuto a chi ha bisogno di iniettarsi un po’ di autostima via web. Qualche “like” su Facebook o Instagram piace a tutti e, in qualche caso riesce ad aggiustare una giornata un po’ storta. Ma se per noi, comuni mortali, gli effetti benefici dei social si fermano qui, per vip e web influecer, il tutto si trasforma in una enorme risorsa per fare affari d’oro.

Il connubio selfie-vip-pubblicità occulta è sempre più diffuso, tanto che si è reso necessario reclamare l’inverto dell’Autorità Antitrust. Una svolta si è avuta in questi giorni quando, a margine della votazione alla Camera del Ddl concorrenza, ha trovato spazio anche un ordine del giorno presentato dall’On. Sergio Boccadutri sul tema della pubblicità promossa in modo occulto dai web influencer.

L’odg impegna il Governo ad intervenire a livello legislativo “affinché l’attività dei web influencer sia regolata, permettendo ai consumatori di identificare in modo univoco quali interventi realizzati all’interno della rete internet costituiscano sponsorizzazione”.

L’Unione Nazionale Consumatori, che aveva sollevato il problema dei selfie sponsorizzati e più in generale della pubblicità camuffata sui blog ed i social network, presentando nei mesi scorsi un esposto all’Antitrust, ha nel frattempo chiesto l’intervento anche dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.

“Il nostro obiettivo è avere regole chiare e condivise e che, accanto ad ogni foto sponsorizzata, compaia sempre una didascalia di accompagnamento che informi correttamente il fan del carattere promozionale del messaggio. Anche online serve maggiore trasparenza e la pubblicità deve essere chiaramente riconoscibile, soprattutto se a farla sono personaggi famosi, i cosiddetti influencer, che hanno un largo seguito di followers, spesso adolescenti”, afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.

In Gran Bretagna e negli Stati Uniti hanno già preso sul serio la questione e la Competition & Markets Authority e la Federal Trade Commission (FTC), le authority che in quei paesi si occupano di tutelare il consumatore e la concorrenza, sono già intervenute, richiamando imprese e celebrità e stilando le regole da seguire. Chiediamo che anche in Italia si faccia altrettanto. Ecco perché l’ordine del giorno approvato ieri dalla Camera è importante”, conclude Dona.


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