Slow Food: urgente una legge efficace sul consumo di suolo
Sono passati oltre tre anni da quando l’allora Ministro dell’Agricoltura Catania presentò in Consiglio dei Ministri un provvedimento in materia di contenimento del consumo di suolo. Una legge definitiva ancora non c’è ed è per questo che, in vista del testo che il prossimo mese dovrebbe essere votato nelle Commissioni competenti per poi passare alla Camera, sei associazioni nazionali hanno chiesto che “si approvi quanto prima una legge efficace in materia di consumo del suolo e rigenerazione urbana”. Sono FAI, Legambiente, LIPU, Slow Food Italia, Touring Club Italiano e WWF.
Il gruppo di associazioni ha inviato, alla vigilia del confronto promosso per domani dai deputati Mario Catania e Pippo Civati nella Sala stampa di Montecitorio, un documento in cui si illustrano ai relatori del provvedimento nelle Commissioni riunite e ai capigruppo della Camera alcuni emendamenti migliorativi al nuovo testo unificato del disegno di legge “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”, (proposto dai relatori Chiara Braga e Massimo Fiorio nell’ottobre 2015 nelle Commissione Ambiente e Agricoltura unificate). “Emendamenti – spiegano in una nota – che rispondono all’esigenza di dotare il Paese di una normativa efficace e moderna, migliorando il testo all’esame della Camera, come richiesto anche dall’Osservatorio Nazionale sulla Qualità del Paesaggio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con un proprio documento il 15 dicembre scorso, condiviso nella sua impostazione dalla Commissione Cultura della Camera dei Deputati”.
Il dibattito alla Camera è previsto a marzo, per poi approdare in Senato. Le associazioni chiedono che vengano mantenuti e rafforzati gli aspetti innovativi del ddl in discussione alla Camera, fra i quali il suolo inteso come risorsa non rinnovabile e bene comune, il divieto di utilizzo degli oneri di urbanizzazione per la spesa corrente e di mutamento di destinazione d’uso per le superfici agricole, che hanno beneficiato di aiuti dall’Unione Europea, e l’introduzione di obiettivi di tutela del suolo e di rigenerazione urbana, fino a oggi ancora non presenti nel nostro ordinamento. Per le associazioni vanno seguiti alcuni principi irrinunciabili: fra gli altri, bisogna evitare che le definizioni contenute nel provvedimento favoriscano nuovo consumo di suolo (a cominciare da quelle relative al “consumo del suolo”, alla “superficie agricola naturale e seminaturale”, alla “impermeabilizzazione” e alla “area urbanizzata”); rendere efficace il censimento delle aree e degli edifici dismessi, che deve diventare obbligatorio in modo da spingere i Comuni al recupero delle aree e alla riqualificazione; fare in modo che il periodo transitorio per la piena applicazione della legge non diventi una sanatoria per i piani urbanistici non approvati.