Sla, malati annunciano nuovo sciopero della fame. MDC: “Intervengano istituzioni”
E’ polemica sul taglio del fondo per la non autosufficienza dei disabili gravi. Dal Governo non sono arrivate ancora delle risposte certe, nonostante lo sciopero della fame portato avanti da un gruppo di malati affetti da Sla, sclerosi laterale amiotrofica. La Sla è una malattia incurabile, che porta via anche la facoltà di parlare e comunicare, devastando il malato dentro e fuori. Ma sembra che il Governo non riesca a trovare abbastanza soldi per finanziare il fondo destinato all’assistenza di questi malati.
In un paese civile le persone affette da malattie gravi dovrebbero avere diritto ad un’assistenza specializzata H24, e non dovrebbero essere abbandonati e lasciati alla bontà delle famiglie che si improvvisano dottori e infermieri. I malati di Sla stanno combattendo per il loro diritto ad essere assistiti: il Comitati 16 Novembre, guidato da Salvatore Usala, fa sapere che dal 14 novembre riprenderanno lo sciopero della fame (alimentandosi con il 50% del fabbisogno calorico) e dal 21 daranno vita ad un presidio permanente davanti al Ministero dell’Economia a Roma.“Il Comitato 16 Novembre – ha spiegato Usala – lotta per tutti i gravi disabili, siamo in maggioranza malati Sla, ma ci sono anche altre patologie che portano alla tracheostomia”. Usala precisa che nel disegno di legge stabilità (fondo Catricalà) non c’è nulla che definisca con certezza una cifra da destinare alle non autosufficienze. “E’ stato quasi soppresso il fondo Letta portandolo da 658 milioni a poco più di 56”.
Il Movimento Difesa del Cittadino (MDC) prende una posizione forte a difesa di questi malati e delle loro famiglie. “Dopo anni di battaglie, di sit in, davanti ai Ministeri nazionali di centinaia di malati, – dichiara Giovanna Tona, responsabile del Dipartimento Salute di MDC – una piccola speranza nasceva dai fondi destinati alla Sla. Un piccolo passo che sarebbe stato di aiuto alle famiglie e avrebbe consentito ai malati di non sentirsi un peso, che avrebbe ridato un senso alla voglia di continuare a vivere. Ma la manovra Monti per fronteggiare la crisi ha tagliato questi fondi, rendendo vani tutti gli sforzi e le proteste per dare voce a questa realtà”.
“Uno stato che non fa nulla per i malati che vogliono vivere e punta il dito per quelli che decidono di morire – continua Giovanna Tona – come è stato per Piergiorgio Welby. Uno stato e una politica ipocrita, come un Comune, quello di Modica, il suo Sindaco, e una Regione Sicilia, che ignorano la lettera aperta di un malato di sclerosi laterale che ribatte il diritto all’assistenza domiciliare negata da tre anni, solo perché non si riesce a introdurre i piani personalizzati. Questa è l’indignazione di un Paese, che ha fondi per i partiti, per la casta, per i deputati, per le loro vacanze, case, i privilegi, vizi, e che riesce a tagliare sulla disperazione e dolore delle persone malate. Un paese, che al contrario dei malati di sla, ha un corpo mobile, in salute, ed una mente, un cuore e un’ anima, atrofizzata. Si deve risparmiare, ma non sui più deboli”. “Come Movimento Difesa del Cittadino – conclude Tona – non parteciperemo allo sciopero della fame e chiediamo a tutti i nostri malati di smettere, basta già la malattia stessa a causare grandi danni e disagi, ma chiediamo a tutte le istituzioni di sostenere questa battaglia, affinché il governo faccia un passo indietro e ricordi che queste malattie non precludono nessuno”.