Sapevate che il 75,7% dei conducenti morti sulle strade ha più di 30 anni? Probabilmente no. Questo perché nel nostro Paese è mediaticamente e politicamente più fruttuoso puntare il dito contro i giovani, l’alcol e le famose stragi del sabato sera, invece di applicare concreti provvedimenti a favore dell’educazione stradale ‘trasversale’. E’ quanto sostiene SicurAUTO  secondo cui è necessario mantenere viva l’attenzione sul problema reale: le famiglie. Serve ripartire con una vera cultura della sicurezza stradale: oggi, con la scusa dei giovani ‘sballati e ubriachi’, si finanziano mega progetti di educazione stradale che raggiungono risultati mediocri a fronte di finanziamenti  ingenti. Il tutto con il beneplacito della politica e dei principali soggetti che dovrebbero occuparsi realmente della sicurezza stradale in Italia.
“Così non va bene. Sono anni che ci battiamo per un’informazione chiara sul fenomeno dell’incidentalità in Italia – dichiara Claudio Cangialosi, direttore di SicurAUTO.it – tuttavia il risultato è quello che leggiamo in questi giorni. Si parla solo dei giovani, mentre si dimentica che nel solo 2011 sono morti ben 2.035 over 30. E’ vero che gli adulti patentati sono più numerosi e gli under 30 causano in media più sinistri (anche lievi dovuti ad inesperienza), ma se guardiamo gli ultimi 5 anni, ci accorgiamo che i progressi migliori, in termini di riduzione della mortalità, si sono ottenuti solo sugli under 30 (-42%), mentre il dato sugli adulti è drammatico (solo -22,3%). Se l’Italia avesse attivato una politica di educazione stradale ‘trasversale’, il nostro Paese avrebbe centrato l’Obiettivo UE 2010 (-50% morti sulle strade), mentre siamo ci siamo fermati un -45,6%”.
“Il problema vero sono le famiglie, che non danno i giusti esempi ai ragazzi – conclude Cangialosi -. Ad esempio, abbiamo condotto un’indagine nazionale sull’uso dei seggiolini e il dato che ne è emerso è drammatico; il 60% dei bambini viaggia insicuro. Cosa possiamo aspettarci da questi bambini? Useranno cinture e casco quando saranno grandi? Difficile. Per non parlare poi della guida con il cellulare, si vede gente con il telefonino anche a 70 anni con i nipoti accanto. Poi sul fronte dell’alcol-zero alla guida ricordo che nel 2010 scoprimmo che doveva essere esteso anche agli over-65, ma la Commissione Trasporti del Senato fece sparire tutto, mentre gli esperti del’’ISS auditi in commissione parlavano di rischi elevati anche per gli anziani. Insomma, senza dimenticare i giovani al volante, bisognerebbe puntare di più sugli adulti con corsi specifici nei luoghi di lavoro o meglio ancora nelle scuole con i propri figli. Altrimenti dovremo attendere 20 anni prima che i risultati diventino concreti. E nel frattempo avremo perso preziose vite sulla strada”.
 


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